Page 120 - Enciclopedia degli artisti contemporanei.
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De Romans Maria Luisa
Maria Luisa De Romans alla
Galleria il Canale, Venezia
con Peggj Guggenheim 1963
Maria Luisa De Romans con Andy Warhol e Maria Luisa De Romans con Andy Warhol
il regista Salomon Laiter, 1972 all’aeroporto di Mexico City, 1972
Maria Luisa De Romans con
il critico d’arte Luciano Caramel
Maria Luisa De Romans con
Andy Warhol e Guido Ballo
…La De Romans si immerge in una condizione di ebbrezza …Ecco: non quadrati, rettangolari, o altre figure geome-
creativa, con accenti talora panici, talora avventurosamente triche, ma il loro incontrarsi, sovrapporsi, attrarsi e allon-
festevoli che denotano aperture non solo pittoriche. È l’atteg- tanarsi, con la determinazione di un campo dinamico, in
giamento verso la vita, anzi nella vita, ad aver subito una nuo- perpetua evoluzione.
va apertura, sotto lo stimolo anche dell’oriente in cui allora Anche grazie al colore, alieno da palpiti naturalistici, ma
Maria Luisa vive, cercando un rapporto il più possibile non non araldicamente inerte, né freddamente, da laboratorio
mediato. cromatologico, ed invece “trattato secondo la sua natura di “
Nascono così quadri in cui il senso stesso del tempo e lo spazio materia-luce” di pigmento che solo dal suo connubio con la
che da tale diversa coscienza dell’esistere derivano, divengo- luminosità atmosferica acquista vita e vigore.
no sostanza di immagini internamente metamorfiche, aeree, Un colore, dunque, estremamente vibrante, trasparente ma
imprendibili con i parametri abituali della scansione stilistica anche coprente; un colore che - pur soggiacendo ai limiti geo-
occidentale. metrici che gli sono imposti - li supera e annulla”.
Il che vuol anche dire che la De Romans non cade nell’esotismo Gillo Dorfles
esteriore né, soprattutto, nella romantica fuga verso un altrove
indefinito, anzi definibile solo nella sua indefinitezza.
Luciano Caramel
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