Page 1221 - Shakespeare - Vol. 4
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sei un nemico leale; ed io mi sento,
               così rinfrancato, capace una volta ancora
               d’affrontare i pericoli. Rimandare oltre
               farebbe pensare il mondo, quando lo verrà a sapere,

               che m’ingrassavo come un maiale per battermi,
               e non come un soldato. Perciò questa radiosa mattina
               sarà l’ultima; e la seconda spada che porterà,
               se solo non si spezza, l’ucciderò con essa; è regolare.

               Sicché, amore e fortuna a me!
                                         Entra Arcite con armatura e spade.
                               Oh, buon giorno.



              ARCITE
               Buon giorno, nobile cugino.



              PALAMONE
                               Vi ho arrecato

               troppo fastidio, signore.



              ARCITE
                               Mai troppo, bel cugino,
               quello che è solo un debito d’onore, e mio dovere.



              PALAMONE
               Se così foste in tutto, signore; in voi potrei augurarmi
               un così gentile parente come voi mi forzate a riconoscervi

               nemico generoso, e vi ringrazierebbero,
               i miei abbracci, non i miei colpi.



              ARCITE
                               Troverò gli uni o gli altri,
               se ben dati, un nobile compenso.



              PALAMONE
                               Allora pareggerò con voi il conto.



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