Page 2716 - Shakespeare - Vol. 1
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Note

 1 I, i, 2 Four days, “quattro giorni”. Ma in realtà passa poi soltanto una notte: quella delle scene
    nella selva, prima delle nozze. Si tratta di una piccola svista di Shakespeare.

 2 I, i, 6 Il senso è questo: il giovine, che ha ereditato il patrimonio del padre, se lo vede poi
    assottigliare perché costretto a pagare una rendita alla vedova.

 3 I, i, 17 Teseo sconfisse le Amazzoni e prese Ippolita con la forza (cfr. Prefazione).
 4 I, i, 72 Ovviamente per il mondo greco antico non si può parlare di suore. Simili anacronismi sono

    abituali nel teatro del tempo. Per la luna come simbolo della castità cfr. Prefazione.
 5 I, i, 170 Ovidio dice, nelle Metamorfosi (I, 469-71) che Cupido adoperava un dardo senza

    punta, e piombato, per fugare l’amore, e invece uno con la punta acuta, d’oro, per accenderlo.
 6 I, i, 171 Le colombe erano sacre a Venere (Afrodite) e ne conducevano il carro.
 7 I, i, 174 Si tratta, naturalmente, della vicenda di Didone ed Enea.
 8 I, i, 183 Le stelle che guidavano i naviganti.
 9 I, i, 209 Febea è Diana (la Luna), detta anche così perché sorella di Febo.
10 I, i, 223 Gli amanti si pascono l’uno della vista dell’altro.
11 I, ii Il luogo non è indicato. L’azione si svolge in una qualche parte di Atene. Com’era

    consuetudine nel teatro del tempo, i personaggi socialmente “bassi” parlano in prosa. I
    personaggi “alti” parlano in versi.
12 I, ii, 11-12 Il titolo della rappresentazione degli artieri ateniesi è una parodia di certi titoli di drammi
    contemporanei, come A lamentable tragedy mixed full of pleasant mirth, containing the life of
    Cambyses King of Persia, di Anonimo, pubblicata circa nel 1570. La storia di Piramo e Tisbe è
    narrata da Ovidio (cfr. Prefazione) ma anche nella Legend of Good Women di J. Chaucer. Si
    conosce anche una ballata dal titolo A New Sonet of Pyramus and Thisbe di un certo J.
    Thomson (1584).
13 I, ii, 25 Strafalcione per “Ercole”.
14 I, ii, 26-33 Anche qui può esservi parodia. Comunque vi si riconoscono le forme retoriche
    esagerate di certi componimenti minori dell’epica e della tragedia barocca. “Febbo”, per “Febo”,
    mima la papera dell’originale. Il carro di Febo era il Sole.
15 I, ii, 43 Chi faceva la parte delle donne - in genere ragazzi - portava di solito una maschera sul
    volto. Ma le donne usavano farlo, fuori del teatro, per proteggere il carnato dalle intemperie.
16 I, ii, 86 Il testone francese è l’écu.
17 I, ii, 88 Allusione agli effetti della sifilide (detta anche mal francese).
18 I, ii, 98 Traduco la papera dell’originale - obscenely forse per seemly - con “disadatto” (per
    “adatto”).
19 II, i Rispetto alla Scena precedente, siamo alla notte dell’indomani. L’ubicazione è il bosco, dove
    Lisandro ed Ermia sono fuggiti. Le due porte, cui fa riferimento la didascalia, erano fisse, nel
    fondo del teatro elisabettiano.
20 II, i, 7 Si tratta della sfera cristallina, o globo, su cui, secondo l’astronomia del tempo, era infissa
    la luna, e che girava attorno alla terra compiendo l’intero corso in ventiquattro ore. Secondo il
    sistema tolemaico i cieli erano concepiti come una serie di sfere concentriche su cui erano infissi
    gli astri e le stelle.
21 II, i, 9 La fantasia popolare credeva di riconoscere, al mattino, tracce delle danze delle fate
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