Page 517 - Galileo. Scienziato e umanista.
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orizzontale,  cioè  «in  ogni  suo  punto  equalmente  distante  dal
                centro  [della  Terra]»,  una  volta  avviato,  continuerebbe

                indefinitamente.  Sembra,  quindi,  che  nel  suo  ultimo  studio
                formale del moto non aveva senso per Galileo considerare un

                corpo in moto che non fosse vincolato a un centro.
                    Il  problema  in  esame  riguarda  i  piani  di  pendenza  finita.

                Galileo  lo  risolve  applicando  la  legge  della  leva.  Nella  figura

                8.4, con i pesi in equilibrio e A < B, il movimento verso il basso
                di A viene equilibrato da quello di B, soltanto una componente

                del quale agisce verticalmente. Tale porzione è pari ad a/b: se
                infatti A si abbassa di x, B, vincolato dal piano e dalla corda, si

                alzerà solo di y, che la geometria richiede essere pari ad (a/b)/x:
                come  succede  normalmente  nelle  macchine,  il  peso  minore  si

                sposta di una distanza maggiore per sollevare un peso maggiore
                di una distanza minore. La legge della leva ci dice che i pesi

                sono in proporzione inversa rispetto alle distanze: B = (b/a A; o,
                prendendo la puleggia come fulcro, che il momento di b lungo il

                piano è (a/b)B. Dal che segue – qui Salviati ritorna al testo del
                1636  –  che  i  tempi  di  discesa  lungo  piani  di  differente

                lunghezza ma che coprono un pari dislivello stanno fra di loro
                come le lunghezze. Sagredo commenta che Salviati non avrebbe

                dovuto preoccuparsi di dimostrarlo, poiché aveva già dimostrato

                (o piuttosto assunto) che la velocità acquistata in queste discese
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                dipende soltanto dalla distanza verticale coperta .


                Figura 8.4.

                La dimostrazione finale di Galileo che il peso di un corpo su un piano inclinato di
                altezza a e lunghezza b è a/b volte il suo peso quando viene sospeso liberamente. Cfr.
                fig. 2.10.
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