Page 332 - Enciclopedia degli artisti contemporanei.
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Zabarella Luciana
Luciana Zabarella inizia ad esporre nei primi anni ’70.
Dopo un inizio da autodidatta, frequenta il Centro
Internazionale della Grafica di Venezia, l’Accademia
di Salisburgo (Austria), la Scuola dei Mosaicisti di
Spilimbergo (Pn).
Invitata in vari symposium (Italia, Austria, Croa-
zia, Slovenia, Polonia) e work in progress (Germa-
nia), lavora ed espone con artisti di affermata fama
internazionale.
“Artista poliedrica, persegue con caparbietà e intelli-
genza una sua personale ricerca espressiva, tendendo
il suo impegno creativo verso la manipolazione di
materiali adatti ad esprimere il suo bisogno di vivere
(carta, ceramica, vetro, tecniche miste) oltre il limite
del già visto.”
Umberto Marinello
Negli ultimi tempi, la sua ricerca si è orientata anche
verso l’arte comportamentale, offrendosi al pubbli-
co come sensibile performer. Alcune sue opere sono
esposte e custodite presso diversi Musei Europei.
Ha partecipato a numerose personali e collettive in
Italia e all’estero, fra cui la 53. Esposizione Inter-
nazionale d’Arte - Biennale di Venezia. È censita
nell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee.
Telefono: 041 576 02 45
Cellulare: 335 693 31 77
Sito web: www.lucianazabarella.it
E-mail: zabluci@libero.it
info@lucianazabarella.it
“Il suo ottimismo la muove a nuove sfide con se stes-
sa, con le sue capacità, le sue possibilità: tecniche di-
verse, materiali diversi, esperienze diverse.
Un campo vastissimo di impegno creativo che signi-
fica per lei ricerca continua e piacere di cimentarsi in
sempre nuove avventure espressive.
Un vero e proprio vulcano di idee e realizzazioni,
una carica di energia mai doma che esplode nelle di-
rezioni più impensate.”
Umberto Marinello
“L’azione è quella di un cammino lungo il quale ab-
bandona l’immagine di impronte che costituiscono la
persistenza del passaggio nel corso del tempo; i segni del
passo divengono, così, la prova tangibile di un gesto già
avvenuto, ma al tempo stesso, danno luogo all’immagi-
ne della reminiscenza esistenziale dell’artista stessa.”
Michele Govoni
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