Page 231 - Enciclopedia degli artisti contemporanei.
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Mattana Jean-Louis



        Dall’esordio alla galleria torinese il Grifo del 1950, l’attivi-
        tà espositiva in tutta Italia e all’estero è stata intensissima.
        Ne resta traccia anche nei commenti critici di particolare
        efficacia.

        “…L’impianto pittorico fondamentale oscilla tra un veduti-
        smo ottocentesco, ridotto  a piani  assai  semplificati, e certa
        ricerca di essenzialità coloristica… derivata... dalla Scuola
        Romana e da Mafai”
        (La Stampa  4.5.1950)
        “…Predilige  in  certi  paesaggi  la  calma  di  Morandi...  Nel-
        la  Place  du  Tertre...  un’eco  della  malinconia  utrillesca”
        (M. Bernardi, “Torino” 15.6.1950)
        “…Egli scarnifica... all’essenziale… Tutto è chiuso in un’ama-
        rezza priva di speranza: blocchi di case pervase di solitudine,
        alberi nudi... ritti come statue o dolorosamente contorti, si-
        mili a sbarre…”
        (“La Verità”, Brescia  6.3.1955)
        “…Traspare la secchezza e la malinconia propria degli Ossi
        di seppia ...”
        (“Giornale di Brescia”,  4.3.1955)
        “...Una  simbolica  sintesi...in  un  silenzio  distaccato  di  una
        nuova sensibilità affiorata dalla luce cromatica…”
        (A. Mensi, “La Maggiolina”,  Alessandria, 1968)
        “…il colore... spatolato sul quadro con forza robusta e deci-
        sione... crea degli stacchi tra le varie dimensioni e svincola il
        quadro da ogni legame descrittivo e lo colloca su un piano...
        di intenso lirismo, in una... atmosfera neometafisica…”
        (R. Capanna, “La voce Alessandrina”,  20.3.1968)
        “…A un gusto per il naturalismo astratto che in Francia ha
        avuto tanti estimatori... si affianca un sentimento di discreta
        malinconia tipico degli artisti piemontesi… Fantasmi di cose,
        colori scarnificati di ogni naturalismo.”
        M. Vescovo – “Il Piccolo”, 1968

        “…Un rigore rinascimentale nella impostazione del quadro,
        un sole ... cerchio perfettissimo campito in un cielo di cobalto
        compatto posa su un orizzonte preciso di mare viola come nel
        verso di Omero… grandi massi bianco-grigio in primo piano
        oppongono la loro materiale scabrosità …”
        (S. Taricco in “La Gazzetta di Asti”,  19.10.1972)

        “…Ceux qui aiment au delà de la simple apparence des choses… se
        retrouveront devant ce monde de silente et prendront la pause de
        l’ame pour ce hymne à la nature où l’homme est réconcilié avec
        ses racines dans une commune étérnité…”
        (“Thann”, 17.8.1977)
        “…Subentra un inquietante interrogativo: se questa linea o que-
        sto ciuffo d’erbe… non siano l’irraggiunta chiave del dialogo, se
        montalianamente ogni cosa non rechi scritto “più in là”, se la per-
        fetta calma non sia un gridare un grido muto…”
        (D. Taverna, Catalogo della Mostra di Palazzo Vittone, Pinerolo, 1987)




       D’Arte                                                                                                  221
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