Page 1281 - Shakespeare - Vol. 4
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     per molto tempo tra questi cugini, finché gli dei
               decretarono a fatica un vincitore. − Cingete con gioia
               la corona che avete conquistato. − Agli sconfitti,
               dategli la nostra giustizia prontamente, poiché so
               che la vita li tormenta e basta; si faccia qui.
               Non è scena per noi; andiamocene via,
               gioiosi giustamente, e un po’ afflitti. [Ad Arcite] Offrite il braccio al vostro
                    trofeo;
               so bene che non ve la lascerete sfuggire.
                                                         Arcite prende Emilia sotto braccio. Fanfara.
                               Ippolita,
               vedo uno dei vostri occhi concepire una lacrima
               che ora partorirà.
              EMILIA
                               Questa è vittoria?
               O tutte voi potestà celesti, dov’è la vostra misericordia?
               Se non aveste decretato che così dev’essere,
               e ordinato a me di vivere per confortare quest’orbo,
               questo principe diseredato, che taglia alla sua pianta
               una vita che vale più di tutte le donne,
               ora dovrei, e vorrei, morire anch’io.
              IPPOLITA
                               Infinita pena
               che quattro tali occhi si fissino su d’una
               sì che due per essa debban esser cecati.
              TESEO
                               Così è purtroppo.
                                                                                                        Escono.
                                                    Scena IV         EN
               Entrano Palamone e i suoi cavalieri legati, con il Carceriere, un boia, e un
                                                 picchetto di soldati.
