Page 1280 - Shakespeare - Vol. 4
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     mentre spesso lo è la fantasia.
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                               Stanno uscendo.
               Ahimè, povero Palamone!
                         Entrano Teseo, Ippolita, Piritoo, Arcite vincitore, e seguito.
              TESEO
               Ecco, dove nostra sorella sta in attesa,
               ancora tremante e in ansia! − Bellissima Emilia,
               gli dei per divino arbitraggio
               vi han dato questo cavaliere; è un valoroso
               quant’altri mai menassero un fendente. Datemi le mani.
               Voi ricevete lei, voi lui; siate promessi
               di un amore che cresce mentre voi invecchiate.
              ARCITE
                               Emilia,
               per acquistare voi ho perso ciò che a me è più caro
               tranne l’acquisto, eppure compro a buon prezzo,
               rispetto a quanto vi stimo.
              TESEO
                               O amata sorella,
               egli parla ora di un cavaliere valoroso
               quant’altri mai spronasse un nobile destriero; gli dei
               vollero certo che morisse scapolo perché i suoi figli
               non apparissero troppo simili a loro! La sua condotta
               m’incantò talmente che avrei detto l’Alcide               109
               rispetto a lui un pezzo di piombo. Se potessi lodarne
               ogni parte come l’insieme che ho descritto, il vostro Arcite
               non ci perderebbe; poiché chi era valente a questo modo
               trovò tuttavia chi lo superasse. Ho sentito
               due emule filoméle        110  percuotere l’orecchio della notte
               con rivali gorgheggi, ora più in alto l’una,
               ora quell’altra, poi la prima di nuovo,
               e quindi superata, sì che l’udito
               non poteva decidere tra loro; così durò





