Page 1279 - Shakespeare - Vol. 4
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i due sfidanti in quest’istante sono
               a pari vantaggio.



              EMILIA
                               Oh se si fondessero
               entrambi in uno solo! Oh, no, non ci sarebbe donna
               degna d’un uomo così composto; le qualità d’ognuno,

               la nobiltà particolare di costoro, danno da sole
               il senso di svantaggio, il valore minore,
               ad ogni donna vivente...

                                                           Trombe. Grida all’interno “Arcite, Arcite!”.
                               Ancora esultanza?
               È sempre “Palamone”?



              SERVITORE
                               No, ora il grido è “Arcite”.



              EMILIA
               Ti prego fa’ attenzione a che si grida;
               usa entrambe le orecchie a questo scopo.

                                           Trombe. Un grande clamore e grida “Arcite, vittoria!”.



              SERVITORE
                               Il grido è
               “Arcite” e “Vittoria!” Ascoltate, “Arcite, Vittoria!”.
               Si proclama la fine del combattimento

               dagli strumenti a fiato.



              EMILIA
                               Anche i guerci vedevano
               che Arcite non era un bambinello − bontà di Dio, la ricchezza
               e sontuosità di spirito irradiava da lui; non poteva
               star più nascosta del fuoco nella stoppa,

               o di quanto bassi argini possano contenere acque
               che venti tempestosi costringono ad alzarsi. Intuivo
               che il buon Palamone avrebbe fallito, ma non sapevo

               perché così pensassi; la ragione in noi non è profeta
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