Page 2924 - Shakespeare - Vol. 2
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maturi per affrontare i problemi etici e politici.
23 II, iii, 17-18 Neapolitan bone-ache: è la sifilide, chiamata ‘mal francese’ o ‘mal napoletano’.
24 II, iii, 217 ten shares: cioè il tutto, probabilmente con allusione, dice il Foakes, alle dieci parti in cui di
solito era divisa la proprietà di una compagnia teatrale elisabettiana.
25 III, i, 5 the Lord: il servo arguto intende qui ‘il Signore Iddio’, e così a 15 Pandaro, rispondendo al
servo che gli chiede se si trova spiritualmente in stato di grazia, risponde precisando il suo grado
sociale e i titoli che gli conferisce.
26 III, i, 18 music in parts: il servo gioca sulle parole e intende la composizione musicale chiamata
‘partita’.
27 III, i, 56 you say so in fits: vuol dire assieme ‘dite così certe volte’, e ‘ditelo in battute musicali,
ditelo cantando’.
28 III, i, 106 Ay, you may, you may : Pandaro si rivolge a Elena, che lo accarezza sulla fronte,
esortandola a continuare.
29 III, i, 130 a generation of vipers: Pandaro allude anacronisticamente, ma significativamente, a una
frase ripetuta più volte nei Vangeli, ad esempio in quello di Matteo (23, 33).
30 III, ii, 48 So, so, rub on, and kiss the mistress: è il consiglio di Pandaro su come procedere
praticamente a far l’amore, e il senso è evidente. Ma gli esegeti lo hanno letto in termini del gioco
delle bocce, in cui le palle si toccano e vanno a ‘baciare’ il pallino (the mistress). Al rigo successivo, a
kiss in fee-farm è un bacio che non finisce mai, come qualcosa di concesso in perpetuo per un
affitto fisso.
31 III, ii, 56-57 ‘In witness... interchangeably’: Pandaro usa ambiguamente una formula legale
adoperata nello stendere i contratti, spingendo poi i due a consumare le nozze. Ma è tipico del
romanticismo idealistico di Troilo rispondere all’esortazione del ruffiano e poi ai ripetuti inviti di
Cressida dando inizio a una lunga conversazione sentimentale, cioè di perdere ancora tempo prima
di un’azione che ha tanto sognata e sublimata trovando rifugio nel parlare. Segue una lunga e
stupenda conversazione postillata dagli interventi di Pandaro, e piena di sensualità, di drammaticità e
di presentimenti. Prima di cedere Cressida è contraddittoria e incerta, una parte di sé avida
dell’abbraccio di Troilo, un’altra parte restia a concedersi e desiderosa di allontanarsi, di non fare “la
pazzia” a cui la spinge beffardamente (o quasi per una voglia di godere di lei per interposta
persona) lo zio Pandaro. Nel quale però non sembra mancare l’affetto per i due giovani e la voglia di
agire per il loro bene. Dacché Pandaro è in fondo incomprensibile nelle sue vere motivazioni, e
ingiudicabile se non dalla fallibile morale umana.
32 III, ii, 139-140 An you take leave till tomorrow morning: nella protesta interrotta di Pandaro forse
suona un presentimento, quasi volesse dire che se Cressida rinvia Troilo all’indomani mattina,
potrebbe succedere qualcosa che li separerebbe per sempre.
33 III, ii, 162 Or that persuasion could but thus convince me: Troilo evoca in effetti la potente dea
greca Peithò, che agisce su di lui ma per illuderlo.
34 III, ii, 167-168 I am as true... infancy of truth: il curatore della Oxford interpreta: «I am as true as
Truth in its pristine state, and sincerer even than Truth in its infancy (before it became tarnished)»
cioè «Io sono vero come il Vero nel suo stato primigenio, e più sincero persino della Verità nella sua
infanzia (prima che venisse contaminata)».
35 IV, ii, 72-73 È la lezione, controversa e sospetta di corruzione, dello in-quarto, accettata da Pope,
Johnson, Walker, e Foakes e Muir tra i curatori recenti.
36 IV, iv, 27 Have the gods envy?: i tragici greci non avrebbero avuto difficoltà a rispondere sì alla
domanda di Cressida. L’invidia degli dei (ftnos theòn) è un punto fermo della loro indagine sulla
religione greca del secolo V a.C.