Page 2922 - Shakespeare - Vol. 2
P. 2922

Note







               1 Nel  mio  studio  di  prossima  pubblicazione  sul Troilus  e  gli  altri  ‘problem  plays’  si  dimostra  il  ruolo
                 importante di questo dramma nella moderna politica di liberazione e si legge il Troilus nella storia e
                 nel ‘tempo reale’ di una guerra in tutto simile a quelle che noi conosciamo in questo scorcio finale del
                 ventesimo secolo.

               2 Prologo Il prologo “armato” informa sul luogo dell’azione (più precisamente sui vari luoghi, nella città
                 di Troia e nel campo greco, inclusi nell’ambito della guerra troiana), e sul contesto della guerra che
                 l’opera coglie, come l’Iliade, in medias res, quasi coincidendo, per quanto riguarda l’ira di Achille, col
                 poema  omerico.  Ma  esso,  ironicamente,  ha  un  effetto  “depistante”.  Sembra  annunciare  infatti,
                 anche per lo stile che è una parodia dello stile epico, un dramma incentrato sulla guerra di Troia,
                 quasi  uno history  play  tratto  dalla  “materia  di  Grecia”,  e  non  accenna  affatto  alla  storia  d’amore
                 annunciata dal titolo, un contrasto che si evidenzia vistosamente quando si passa dai pomposi toni
                 bellici  del  Prologo  alle  lamentele  amorose  di  Troilo  che  riempiono  la  prima  scena  assieme  alle
                 rimostranze  del  servizievole  Pandaro.  Si  tratta  in  realtà  di  un  Prologo  sardonico-parodistico,  che
                 annuncia  il  tono  generale  di  un’opera  che  in  modo  eclatante  sembra  voler  cancellare  i  confini
                 tradizionali dei generi.
               3 Prologo,  2 The  princes  orgulous:  si  noti  la  successione  anormale  sostantivo-aggettivo,  che  vuol
                 essere un arcaismo classicheggiante, e l’altrettanto arcaico e obsoleto (già ai tempi di Shakespeare)
                 termine orgulous  (per proud  ‘orgogliosi’)  che  è  tipico  di  una  delle  principali  fonti  del  dramma,  la
                 Recuyell of the Historyes of Troye di William Caxton (stampata a Bruges nel 1473-74). L’arcaismo
                 calcato  del  morfema  annuncia  il  tono  tronfio  e  quasi  grottesco  e  ridicolo  del  discorso  parodistico
                 dell’attore-Prologo.

               4 Prologo,  16-17 Dardan  and  Timbria...  And  Antenorides:  i  nomi  delle  sei  porte  di  Troia  vengono
                 anch’essi dalla Raccolta citata sopra di William Caxton, che fornisce a Shakespeare molti dei dettagli
                 del dramma.

               5 I,  i,  82-83 She’s  a  fool  to  stay  behind  her  father:  Pandaro  allude  al  padre  di  Cressida,  l’indovino
                 Calcante,  che  avendo  previsto  la  caduta  di  Troia  ha  tradito  la  sua  città  passando  al  servizio  dei
                 Greci, e con ciò stabilendo uno dei presupposti della tragedia di Troilo. A Calcante vanno riferite le
                 varie allusioni ai «traditori» che farà Pandaro nel corso del dramma.

               6 I, ii, 14 Ajax: cugino di Ettore − il termine nephew è usato all’epoca di Shakespeare in senso ampio
                 per  indicare  un  parente  −,  Aiace  è  spesso  oggetto  di  scherno  e  di  riso  per  gli  elisabettiani  e  per
                 Shakespeare a causa della sua pronuncia (ei-jeikes) dalle associazioni spregevoli. Già in Pene d’amor
                 perdute  (V,  ii,  579-581)  si  gioca  sull’omofonia  di Ajax e  di A  jakes  (‘un  cesso’).  Ma  in Troilo  e
                 Cressida egli, sebbene sia un vantone e un forzuto senza molto cervello, è comunque molto meno
                 spregevole di altri “eroi” greci come Achille o Ulisse. Come hanno notato spesso i critici, il dramma
                 non risparmia nessuno, né i Greci con la loro mescolanza di vizi (egoismo, astuzia, crudeltà ecc.) e
                 di virtù (razionalità, lucidità intellettuale, senso della relatività delle cose), né i Troiani il cui eroismo, la
                 cui lealtà e generosità paiono negativamente compensati dalla superbia, dal sentimentalismo, da un
                 idealismo  che  poco  rispetta  le  ragioni  del  reale.  Tutto  questo  è  parte  della  visione  altamente
                 demistificante  dell’opera,  che  a  qualche  critico  parrebbe  addirittura  non  voler  prendere  parte  per
                 nessuno, non voler giudicare nessuno, neanche Cressida o Pandaro, ma solo «mostrare» per dirla
                 con Beckett, «come stanno le cose».

               7 I, ii, 118 lifter: è stato notato che la parola può intendersi in vari modi, come ‘sollevatore di pesi’ e
                 uomo dai muscoli forti, o come ‘ladro’ o ‘furfante’ (il senso che il termine ha in shop-lifter) o infine
   2917   2918   2919   2920   2921   2922   2923   2924   2925   2926