Page 2008 - Shakespeare - Vol. 2
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Note







               1 ATTO I L’intreccio da fiaba ellenistico-cavalleresca, che pure avrà una fine così dolce, s’inizia nella
                 violenza e nel dolore pur nei modi leggeri, da toccata e fuga, dello spirito comico. Il mondo della
                 corte e della città è un mondo abominevole in cui succedono cose gravi e ambigue: l’odio senza
                 ragione  del  fratello  Oliver  per  Orlando,  l’odio  del  Duca  Frederick  per  il  fratello  mandato  in  esilio,  il
                 dolore di Orlando e di Rosalinda, giovani desdichados. In questo mondo subdolo della polis (o della
                 politica)  il  giovane  Orlando  ha  solo  la  forza  fisica  per  difendersi.  È  il  preludio  negativo  dell’istanza
                 pastorale. Si preparano gli strumenti per la musica di Arden.

               2 I,  i,  107  Si  annuncia  il  gran  tema  della  Foresta  di  Arden.  Già  Lodge  aveva  inventato  il  fantastico
                 contesto  francese  dell’intreccio,  e  in  esso  la  già  famosa  foresta  delle  Ardenne,  tra  Belgio  e
                 Lussemburgo, cui avevano accennato l’Ariosto nel Furioso e Spenser in Astrophil and Stella.  Lodge
                 aveva  contaminato  la  foresta  continentale  con  le  cosiddette  parti  di  Arden  o  boscaglie  di  Arden,
                 quella zona del Warwickshire, quasi appendice meridionale dello Yorkshire boscoso di Robin Hood,
                 che  ai  tempi  di  Shakespeare  era  piuttosto  addomesticata  in  zona  agricola.  In  Lodge  e  in
                 Shakespeare è l’Arcadia esotica e selvaggia, frequentata da serpenti e da leoni, ma anche fornita di
                 piante e coltivi mediterranei (palme, ulivi) e di villaggi quali si potevano e possono trovare tra i colli
                 dei  Cotswolds.  È  l’Arcadia  rinascimentale,  con  reminiscenze  dell’Eden  biblico  (e  le  reminiscenze
                 bibliche sono parecchie nella commedia) e dell’età pagana dell’oro.
               3 I, ii, 128-129 “Broken music” (musica di partita) è composizione barocca per vari strumenti formata
                 da variazioni su un tema. Il gioco di parole è intraducibile come parecchi altri nel testo, e il traduttore
                 rimedia alla men peggio.
               4 I, ii, 136-244 È l’episodio del colpo di fulmine tra Rosalinda e Orlando, e uno dei più delicati e deliziosi
                 dell’opera  di  Shakespeare,  mirabile  per  la  qualità  tutta  teatrale  e  gestuale  del  testo.  A  Rosalinda
                 l’improvvisa “sbandata” toglie l’orgoglio e la timidezza e il senso del decoro, ma la libera infine dalla
                 tristezza e le dà audacia e iniziativa, mentre il povero Orlando, appena vincitore nella gara di lotta, è
                 del tutto paralizzato, incapace persino di parlare, sulla sua lingua grava quel peso sentito da tanti
                 poeti dell’esperienza amorosa, a cominciare da Saffo, da Catullo.

               5 I, ii, 202-203 “I am not yet well breathed.” È uno dei residui in Shakespeare − l’altro è l’uccisione
                 fulminea  della  leonessa  riferita  a IV,  iii  −  della  natura  forzuta  e  spaccona  dell’eroe  nel  romanzo
                 popolare.  Per  il  resto  Shakespeare  fa  di  Orlando  il  bersaglio  della  sua  ironia  antipetrarchesca  e
                 antiarcadica. Orlando è un giovane bellissimo, buono e virtuoso, ma non eccessivamente dotato per
                 gli scambi d’arguzie, dove Rosalinda lo travolge ogni volta facilmente.
               6 I, iii, 71 Nell’Inghilterra rinascimentale era risaputo che gli animali di Venere erano i cigni, e quelli di
                 Giunone i pavoni. Shakespeare fa una variazione sul tema, come l’autore di Solyman and Perseda
                 (1592) che pare fosse Thomas Kyd, che scriveva dei “bei cigni di Giunone / e le colombe di Venere
                 bianche come il latte” (IV, i, 70).
               7 I, iii, 111 Qui Rosalinda dice di essere più alta della media, e implica di essere più alta della cugina,
                 rovesciando l’opinione di Le Beau a I, ii, 258. La discrepanza insospettisce i filologi ma sarà effetto di
                 un gioco di punti di vista: Rosalinda si crede più alta, altri la vedono più bassa.
               8 ATTO II Si entra nel “mondo verde” che tanto piace al sereno buon Duca e alla sua lieta brigata,
                 ma  esso  appare  segnato  dalle  contraddizioni  tipiche  dell’Arcadia  fantastica.  La  bellissima  battuta
                 iniziale del Duca ha una coda dissonante, quando egli invita i compagni ad andare ad ammazzare un
                 po’ di animali, anche se con qualche rimorso di coscienza. E subito si dice di Jaques, che con ragioni
                 da vendere accusa il proprio gruppo, venuto dal di fuori, di usurpare il regno della natura portandovi
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