Page 1403 - Shakespeare - Vol. 1
P. 1403
VEDOVA
Non lo farà.
PET RUCCIO
Io dico di sì. E comincia da lei.
CAT ERINA
Su, su, vergogna! Spiana quella fronte
truce e minacciosa, non dardeggiare
sprezzante da quegli occhi per ferire
il tuo signore, tuo re, tuo governatore.
Sfigura 314 la tua bellezza come il gelo
sconcia i prati; distrugge la tua reputazione
come il turbine scuote i bei boccioli,
e in nessun senso è amabile od acconcia.
Una donna irosa è come una fontana
intorbidita, fangosa, brutta 315 a vedersi,
opaca, priva di bellezza, e finché è così,
nessuno, per quanto a gola secca o assetato,
si degna di sorbirne o toccarne una goccia.
Tuo marito è il tuo signore, la tua vita,
il tuo custode, il tuo capo, il tuo sovrano;
uno che ha cura di te e del tuo mantenimento,
che si sottopone a laboriose fatiche
per mare e terra, a vegliare di notte,
durante le tempeste, di giorno al freddo,
mentre tu stai calda e al sicuro in casa;
e non brama da te altro tributo che
amore, affabilità, e sincera obbedienza;
ben piccol pagamento per sì grande debito.
Il dovere che lega il suddito al suo principe
lega ugualmente una moglie a suo marito.
E quand’è riottosa, petulante, imbronciata,
acida e disobbediente al suo onesto volere,
non è forse una trista ribelle contenziosa,
una sgraziata 316 traditrice del suo signore?
Mi vergogno che le donne siano così sciocche
da far guerra invece di pregare per la pace,
o cerchino autorità, supremazia, dominio,
mentre dovrebbero servire, amare, obbedire. 317
Non abbiamo il corpo debole, liscio e tenero,