Page 160 - Keplero. Una biografia scientifica
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     lo  scrittore  Edgard  Allan  Poe,  nel  1849,  a  suggerire  una
                soluzione          simile        a       quella        moderna,           invocando
                contemporaneamente  una  velocità  della  luce  finita  e  una  vita
                limitata per le stelle.
                Uno strumento per Keplero
                Furono  necessari  ben  quattro  mesi  prima  che  Galilei
                ringraziasse  Keplero.  Finalmente  gli  scrisse,  il  19  agosto  1610,
                apprezzandone  il  coraggio  perché  era  stato  il  solo  ad
                appoggiarlo, nonostante non avesse ancora potuto verificare con
                i  propri  occhi  le  novità  del  Nuncius.  Galilei  aveva  toccato  un
                tasto dolente, perché  in quei  mesi Keplero  era tormentato  dal
                desiderio  di  controllare  di  persona  quanto  aveva  letto.  Così
                rimproverava  Galilei:  «Hai  incendiato  in  me  il  desiderio  di
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                vedere  con  il  tuo  strumento» .  In  un’altra  lettera,  scriveva  di
                stare  aspettando  «avidamente»  uno  strumento  simile  a  quello
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                utilizzato da Galilei . Purtroppo a Praga non vi erano artigiani
                specializzati nella costruzione di cannocchiali, così che non era
                possibile  disporre  di  strumenti  di  buona  qualità.  Attraverso
                Giuliano de’ Medici, Keplero domandò a Galilei di inviargli un
                buon cannocchiale, ma non ricevette alcuna risposta. Gli unici
                che  in  quei  mesi  riuscivano  a  ottenere  un  strumento  erano  i
                nobili, non gli astronomi. Crescevano intanto le voci che davano
                per false le osservazioni di Galilei. Keplero desiderava conoscere
                il nome di qualcuno che avesse assistito a queste osservazioni,
                per  poterlo  riferire  a  chi  si  dimostrava  ancora  scettico.  I
                testimoni  che  gli  vennero  indicati,  il  gran  duca  di  Toscana  e
                Giulio de’ Medici, non erano però scienziati.
                   Galilei, a sua volta, era consapevole di quanto gli fosse utile





