Page 1229 - Shakespeare - Vol. 4
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     Quali pazzi ignoranti e malvagi traditori             79
               siete voi, che a dispetto di ordini precisi nei miei editti
               combattete, così in tutto come cavalieri armati,
               senza il mio permesso e araldi d’arbitraggio?
               Per Castore, entrambi morirete.
              PALAMONE
                               Sii di parola, Teseo;
               poiché siamo certamente traditori entrambi, e in vilipendio
               di te e della tua generosità. Io sono Palamone
               tuo nemico da sempre, che evase dalla tua prigione −
               ricorda ciò che questo comporta − e questo è Arcite;
               un traditore così sfrontato mai calpestò questo suolo,
               uno più falso mai si finse amico; questo è colui
               per cui grazia fu chiesta e fu esiliato, costui spregia te
               e ciò che tu decreti, e in queste vesti,
               contro il tuo editto è al seguito di tua cognata,
               quella stella splendente di buona fortuna, la bella Emilia −
               il cui servo devoto, se c’è un diritto nel vedere,
               e per primo dedicarle la propria anima, giustamente
               sono io − e per di più, osa pensarla sua.
               Di questo tradimento, da sincerissimo amante,
               l’ho sfidato ora a rispondere; se tu sei,
               come hai fama, magnanimo e nobile,
               vero arbitro di ogni contesa,
               di’ “combattete ancora”, e mi vedrai, Teseo,
               render tale giustizia che tu stesso invidierai.
               Poi prendi la mia vita; ti supplicherò di farlo.
              PIRITOO
                               O cielo,
               questi vale più di un uomo!
              TESEO
                               Ho dato la parola.
              ARCITE
                               Non cerchiamo
     	
