Page 1228 - Shakespeare - Vol. 4
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se siete visto, vi uccidono all’istante
               per la vostra evasione, ed io, se voi mi rivelate,
               per aver rotto il bando; tutto il mondo ci disprezzerà,
               dicendo che avemmo una nobile contesa

               ma una meschina conclusione.



              PALAMONE
                               No, no, cugino,
               non mi nasconderò oltre, né rinvierò
               questa grande occasione a una seconda prova.

               Conosco il vostro gioco, e l’ingiustizia della vostra causa;
               chi adesso si ritira, che sia disonorato! Rimettiti
               subito in guardia.



              ARCITE
                               Siete forse ammattito?



              PALAMONE
               O farò mio il vantaggio di quest’ora,
               e quanto alla minaccia che s’avvicina

               la temo meno di quest’esito. Ricorda, vile cugino,
               io amo Emilia, e in quest’amore seppellirò
               te, e ogni altro ostacolo.



              ARCITE
                               Sia allora quel che sia,

               imparerai, Palamone, ch’io sfido anche il morire
               come il parlare o il sonno; solo questo mi spaventa,
               che il patibolo ci privi di una morte onorata.
               Bada per la tua vita!



              PALAMONE
                               Bada bene alla tua, Arcite.



                   Riprendono a combattere. Suono di corni all’interno; entrano Teseo,
                                       Ippolita, Emilia, Piritoo, e seguito.



              TESEO
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