Page 567 - Galileo. Scienziato e umanista.
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23  «Sui galleggianti», libro 2, proposizion1 2 e 4, in Archimede [1912], pp. 265,

                268.
                    24
                        Commandino  [1565],  ff.  +2,  +3r;  Torelli  [1792],  cosí  come  è  recensito  in
                «Bibliothèque britannique», vol. 1 (1796), pp. 59, 710-11.
                    25  Commandino [1565], ff. 41v-45r.
                    26  OG 1, pp. 187-88.

                    27
                       OG 1, pp. 272-99.
                    28
                       OG 1, pp. 200-4.
                    29  OG 1, pp. 206-8. Bilanciando i momenti attorno a B, otteniamo BX([B] −[A]) =

                AB[A] = (3/4)(h − k)[A], dove h = OQ, k = OP. Con PB = (3h/4 − k) e QB = h/4, PX :
                           4
                                                                 4
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                                                   4
                                                            3
                                    3
                QX = (3b  − 4ab  + a ) : (3a  − 4ba  +b ),  che,  dopo  aver  eliminato  il  fattore
                                 2
                comune (a  −  b) ,  è  equivalente  all’espressione  di  Galileo.  [Con  «ciarlestronica»  si
                rende  l’originale  «Jabberwocky»:  il  riferimento  è  a  Lewis  Carroll,  Attraverso  lo
                specchio, nella traduzione di Masolino D’Amico, Longanesi, Milano 1971, N.d.C.]
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                       Galileo a Clavio, 8 gennaio 1588, e risposta, 16 gennaio 1588 (OG 10, pp. 22-5).
                Cfr.  Drake  [1978a],  pp.  13-14  e  Wallace  [1984],  pp.  226-27,  che  suggerisce,
                implausibilmente, che la difficoltà di Clavio con la dimostrazione portarono Galileo a

                studiare la logica scolastica.
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                       Guidobaldo a Galileo, 16 gennaio, 24 marzo e 28 maggio 1588 (OG 10, pp. 25-
                26, 33-34); Rose, in Dictionary of Scientific Biography,  a  cura  di  Charles  Coulston

                Gillispie, Scribner, New York 1981, vol. IX, pp. 487-88; Arrighi [1965], pp. 198-99.
                    32  Guidobaldo a Galileo, 5 marzo 1588 e 8 dicembre 1590 (OG 10, pp. 29-30, 45).
                    33
                       Coignet a Galileo, 31 marzo 1588 (OG 10, pp. 31-33); cfr. Favaro [1983], vol.
                II, pp. 874, 880-81.
                    34  Dizionario Biografico degli Italiani cit., vol. VI, pp. 300-3 (Bardi); OG 1, p. 183

                (12 dicembre 1587); Favaro [1883, 1966], vol. I, pp. 21-22 e [1891b], pp. 9-10.

                    35
                       Borro, «Multae sunt nostrarum ignorantium causae», in Schmitt [1976], pp. 469-
                70, 475; e Borro [1575], pp. 214-15, in Schmitt [1972], pp. 268-70. Cfr. Ugo Viviani

                [1923], pp. 104, 109.
                    36  Borro [1576], +2v, 186-87 citaz. Cfr. Schmitt [1976], p. 467.

                    37  Michel de Montaigne, Saggi, trad. it. di Fausta Garavini, note di André Tournon,
                testo francese a fronte, Bompiani, Milano 2012, p. 271. Citato in Schmitt [1972], p.

                267 nota; sebbene Montaigne non abbia specificato il nome di Borro, il riferimento è

                generalmente accettato.
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