Page 7 - Nuovi poemetti
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vengono a guizzi di tra il cardo e il rovo.


                                            Dore intonò col sufolo silvestre
                                            la sua fanfara del ritorno; e il suono
                                            sparse per tutto un vago odor cilestre:


                                            per tutto un casto odore, un odor buono,
                                            dov'era già il sagrato, dove pare
                                            fosse la croce, dove, ignoti, sono

                                            sepolti i morti sotto il morto altare.


                                                             III

                                            Viole caste, pallide viole!
                                            Il fiore va, ma lascia un seme e il miele.
                                            Aprite, o fiori, all'ape che vi vuole!

                                            Il solitario udiva. Ecco, e fedele
                                            alla rovina, prese alcun fuscello,
                                            radiche e scorze, crini e ragnatele;
                                            e fece il nido, oh! rozzo assai, ma bello.




                                                       LA RONDINE

                                                              I


                                            E fu tra i campi e stie' su l'altipiano
                                            Dore, sonando. Ed ecco che un susino
                                            bianco sbocciò sul verzicar del grano.

                                            Come un sol fiore gli sbocciò vicino
                                            un pesco, e un altro. I peschi del filare
                                            parvero cirri d'umido mattino;

                                            d'un bel mattino a nuvilette chiare
                                            rosate in cima, che dall'Alpi d'oro
                                            guàtino ancora palpitando il mare.

                                            Usciano le api. Ed or s'udiva un coro
                                            basso, un brusìo degli alberi fioriti,
                                            un gran sussurro, un favellar sonoro.

                                            Dicean del verno, si facean gl'inviti
                                            di primavera. Per le viti sole
                                            era ancor presto, e ne piangean, le viti,


                                            a grandi stille, in cui fioriva il sole.

                                                             II



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