Page 105 - Francesco tra i lupi
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XVI. Un papato a termine
Due papi in Vaticano. E all’orizzonte si profila un pontefice a termine. L’anno 2013 ha messo in moto un
rivolgimento imprevedibile nella cattolicità. Cambia il profilo del papato e Francesco sta mutando il modello
di Chiesa. Il successore tornerà probabilmente a vivere nell’appartamento papale, ma non potrà più presentarsi
con i paludamenti del passato. Soprattutto non riuscirà più ad esercitare un potere autoritario senza limiti.
L’assolutismo imperiale dei pontefici è stato incrinato irreversibilmente. Papa Francesco si è presentato al
mondo come discepolo di Gesù, dopo di lui è difficile che un papa possa salire sul trono pretendendo di essere
il plenipotenziario di Cristo.
Papa Francesco non ha molto tempo per la sua rivoluzione. In Argentina, dove molti gli davano del tu e
hanno meno timore reverenziale, parecchi esponenti religiosi mettono in conto che gli anni a disposizione
non siano molti. La Chiesa è un corpo che si muove lentamente e ancora più lentamente si trasforma.
Bergoglio ha un arco temporale limitato per realizzare il suo programma.
Padre Ignacio Pérez del Viso, suo antico docente, afferma che il pontefice «si rende conto di non avere
dinanzi a sé un papato ventennale. Sente la pressione delle riforme, che deve attuare entro tre o quattro anni».
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Non può lasciarsi frenare. «Deve agire finché sente l’appoggio della gente» . È un’opinione abbastanza diffusa
negli ambienti cattolici di Buenos Aires. L’ex portavoce di Bergoglio, padre Marcó, lo ha detto apertamente
alla radio: «Dopo il gesto di Benedetto non sembrerebbe strano che Francesco rinunciasse, dopo aver fatto
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quello che pensava di dover fare e qualora sentisse che la sua forza si sta indebolendo» .
L’abdicazione di Ratzinger ha cambiato completamente la fisionomia del papato. Non si è più pontefici per
sempre. Un papa regna fino a quando è convinto di padroneggiare la macchina del governo. L’estate prima
delle dimissioni, il biografo Seewald domandò a Benedetto XVI cosa i fedeli potessero attendersi ancora dal
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suo pontificato, e la risposta fu: «Non molto. Sono un uomo anziano, le mie forze diminuiscono» .
All’indomani della sua rinuncia l’ex ministro degli Esteri vaticano cardinale Giovanni Lajolo notava: «La
decisione di Benedetto XVI varrà come precedente anche per i successori». Il cardinale nigeriano John
Olorunfemi Onaiyekan ritiene problematico che un papa resti sul trono dopo i novant’anni e non esclude che
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un futuro pontefice possa per decreto «stabilire il limite di età» dei papi . Benedetto XVI si è dimesso alla
vigilia degli ottantasei anni e il popolo cattolico ha assorbito in modo straordinariamente veloce la fine del
papato a vita.
Corre voce in Vaticano che papa Francesco abbia confidato ad un vescovo di essere disponibile a dimettersi.
Difficile pensare che voglia restare in carica senza avere il pieno comando. Vegetare sul trono in età avanzata
non fa parte del temperamento intellettuale di un pontefice gesuita, attento a «discernere» le situazioni. La
dichiarata volontà di mantenere e, anzi, rinnovare passaporto e carta d’identità della sua patria argentina lascia
intravvedere un’esistenza futura non necessariamente conclusa all’interno delle mura vaticane. È probabile
che la scelta del pensionamento valga anche per lui. Lo rivela l’insistenza con cui, intervistato dal direttore del
«Corriere della Sera», ha sottolineato che bisogna abituarsi alla presenza di un papa emerito, che deve diventare
una «istituzione» permanente come lo è diventato il vescovo in pensione dopo la riforma conciliare. «Il papa
emerito non è una statua da museo», non deve ritirarsi in un’abbazia lontano dal Vaticano, è bene che stia tra
la gente e partecipi alla vita della Chiesa.
Bergoglio sta facendo di tutto per abituare i cattolici alla realtà di un papa pensionato e per suggerire
all’opinione pubblica che la convivenza fra due pontefici – quello emerito e quello regnante – dovrà essere
accettata come norma. Anche visivamente.
Sabato 22 febbraio 2014 i fedeli convenuti in San Pietro per la creazione di nuovi cardinali hanno assistito ad
uno spettacolo impensabile. Ai piedi dell’altare della Confessione, circondato dalla massa color porpora del