Page 1945 - Shakespeare - Vol. 4
P. 1945

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               Un dì che il piccol dio d’Amore addormentato,

               avea deposto accanto la torcia che i cuori infiamma,
               parecchie ninfe che a castità s’eran votate
               s’accostarono danzando; con virginea mano
               la più bella delle caste s’impossessò del fuoco

               che tante legioni di puri cuori avea scaldato;
               e così il gran sovrano di passioni ardenti
               fu mentre dormiva da vergin mano disarmato.
               Ella spense la torcia in una vicina fredda fonte

               che dal fuoco dell’Amore prese perpetuo ardore,
               diventando un bagno e salutar rimedio
               per uomini malati; ma io, della mia donna schiavo
                               là per guarire andai e solo questo posso dire:

                               fuoco d’Amor acqua riscalda, acqua non raffredda Amore.
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