Page 110 - Shakespeare - Vol. 2
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     Vago come in un sogno, credimi, e son smarrito
               tra le spine e i pericoli di questo mondo.
               Con che facilità sollevi l’intera Inghilterra
               da questo pezzo di morta regalità!
               La vita, la giustizia e la verità di questo regno
               sono volate al cielo,      159  e all’Inghilterra tocca adesso
               dar strattoni, affannarsi, dividersi coi denti
               gli interessi non rivendicati d’uno stato che si gonfia d’orgoglio.                  160
               Ora, per l’osso spolpato della maestà,
               una canea guerresca drizza il suo irato cimiero
               abbaiando ai gentili occhi della pace,
               ora i nemici dall’esterno e i rivoltosi dall’interno
               si congiungono in una sola schiera,
               e un’immensa confusione, simile a un corvo
               sopra una bestia in fin di vita, stramazzata al suolo,
               attende l’imminente rovina d’una regalità usurpata.
               Adesso son felici solo quelli che il saio e il cingolo
               tengono lontani da questa tempesta. Porta via il ragazzo
               e seguimi in tutta fretta: io andrò dal re.
               Mille problemi incombono, e il cielo stesso
               guarda accigliato la nostra terra.
                                                                                                      [Escono.]





