Page 32 - Galileo. Scienziato e umanista.
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     Nel  raccomandare  lo  schema  di  Tolomeo,  Zarlino  amava
                soffermarsi  sia  sulla  perfezione  del  numero  sei,  da  cui
                discendono tutti i rapporti, sia sulla loro semplicità, avendo tutti
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                la forma n/(n+1) .
                    Galilei  scartò  la  numerologia  in  quanto  priva  di  senso  e
                respinse  come  falsa  l’asserzione  di  Zarlino  che  i  cantanti
                adottassero naturalmente l’accordo diatonico di Tolomeo nella
                musica  polifonica.  Come  Galilei  scoprí  sotto  la  guida  di
                Girolamo  Mei,  un  fiorentino  che  viveva  a  Roma  e  che  aveva
                compiuto  uno  studio  dettagliato  della  musica  greca  antica,
                l’autorità di Tolomeo era un artefatto: i moderni avevano deciso
                di preferire lui ai suoi concorrenti antichi allo stesso modo in
                cui, con pari arbitrarietà, avevano preferito Aristotele a Platone
                in  filosofia.  Mei  fu  molto  generoso  e  condivise  con  lui  la
                propria conoscenza delle alternative: tutto ciò che fu necessario
                per «sbloccare» la sua generosità fu l’assicurazione che anche
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                Galilei era un patrizio fiorentino . Una volta che venne data,
                questi  imparò  che  i  greci  avevano  utilizzato  molti  modi  e
                monodie,  e  che  non  conoscevano  nulla  dell’armonia
                quadripartita  insegnata  da  Zarlino  e  da  lui  considerata  la  piú
                perfetta  tra  le  forme  musicali.  Un  romantico,  oltre  che  uno
                studioso: Mei riteneva che lo scopo principale della musica non
                fosse il divertimento razionale, l’appello alle emozioni; giocare
                con il numero sei, come aveva fatto Zarlino, era per lui del tutto
                incomprensibile. Il Dialogo di Galilei utilizza i principî di Mei,
                e  a  volte  le  sue  stesse  parole,  che  ammontavano  a  questo:  la
                musica  greca  aveva  piú  forza  emotiva  del  contrappunto
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                moderno perché era monodica e polimodale .  La  musica  che
                accompagnava il canto doveva seguire le parole anche al costo
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                di violare le regole della progressione o dell’armonia .
                    Adottando  il  grido  di  battaglia  di  Galilei,  «il  contrappunto
                […] è nemico della musica», Bardi fece proprie alcune idee del
                suo  protetto  negli  interludi  musicali  che  organizzò  per  tre
                successivi  matrimoni  dei  Medici  negli  anni  Ottanta  del
     	
