Page 182 - Galileo. Scienziato e umanista.
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     prendere  qualcosa  da  esso  che  avrebbe  influenzato  in  modo
                decisivo il proprio pensiero.
                    Come  molte  persone  che  ricevono  un  libro  inaspettato,
                Galileo  ringraziò  immediatamente  l’autore,  cosí  da  non  dover
                poi commentare l’opera nei dettagli. Aveva avuto solo il tempo
                di  leggere  la  prefazione,  disse,  dalla  quale  aveva  appreso  di
                dover esprimere le proprie congratulazioni – non all’autore, ma
                al lettore, «per aver acquistato un cosí illustre amante del vero
                come alleato nella ricerca della verità». Keplero aveva scoperto
                una varietà di cose, che Galileo promise di studiare, e «tanto piú
                volentieri, perché già da molti anni [cinque o sei?] ho aderito
                alla dottrina di Copernico e ho dedotto da essa le cause di molti
                fenomeni  naturali  che  certo  restano  inspiegabili  nell’ipotesi
                corrente.  Ho  già  scritto  molte  ragioni  in  suo  favore  e  molte
                risposte  agli  argomenti  contrari,  che  finora  non  ho  osato
                pubblicare,  dissuaso  dalla  sorte  toccata  al  nostro  maestro
                Copernico. Sebbene egli abbia infatti acquistato fama immortale
                presso alcuni, innumerevoli altri (cosí grande è il numero degli
                stolti) lo hanno deriso e ridicolizzato. Mi azzarderei a rendere
                pubblici i miei pensieri se ci fossero piú persone simili a te; ma
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                dal momento che non ce ne sono, soprassiederò» .
                    Keplero cercò di rafforzare la spina dorsale del suo timido
                alleato. «Sono stato molto contento di ricevere la vostra lettera
                del 4 agosto: in primo luogo per l’amicizia che ne è nata con un
                italiano;  e  poi  per  il  nostro  accordo  sulla  cosmologia
                copernicana».  Ovunque  i  matematici,  continuava  Keplero,
                stanno dalla parte di Copernico e fanno i loro calcoli in base ai
                suoi principî. Se ci facciamo sentire tutti insieme, le persone che
                non  conoscono  la  matematica  dovranno  accordarci  la  loro
                fiducia.  «Se  ho  ragione,  pochi  tra  i  principali  matematici
                europei  vorranno  abbandonarci:  tanta  vis  est  veritatis,  tanto
                grande è la forza della verità. Se l’Italia non è un posto adatto
                alla  pubblicazione,  e  se  incontrerai  altre  difficoltà,  forse  la
                Germania ci concederà questa libertà»; «Abbi fiducia, Galileo, e





