Page 305 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
        P. 305
     nave alla torre non ha forza d’illazione; perché quel sasso che vien dalla
          cima dell’albero, entra in un mezo che non ha il moto della nave; ma
          quel  che  si  parte  dall’altezza  della  torre,  si  trova  in  un  mezo  che  ha
          l’istesso  moto  che  tutto  ’l  globo  terrestre,  talché,  senz’esser  impedito
          dall’aria, anzi più tosto favorito dal moto di lei, può seguire l’universal
          corso della Terra.      36
          SIMP. Io non resto capace, che l’aria possa imprimere in un grandissimo
          sasso  o  in  una  grossa  palla  di  ferro  o  di  piombo,  che  passasse,  v.  g.,
                                        dugento libre, il moto col quale essa medesima si
            Moto dell’aria atto
            a portar seco cose          muove  e  che  per  avventura  ella  comunica  alle
                                        piume, alla neve ed altre cose leggierissime; anzi
            leggierissime, ma
            non le gravissime.          veggo  che  un  peso  di  quella  sorte,  esposto  a
                                        qualsivoglia  più  impetuoso  vento,  non  vien  pur
          mosso di luogo un sol dito: or pensate se l’aria lo porterà seco.
          SALV. Gran disparità è tra la vostra esperienza e ’l nostro caso. Voi fate
          sopraggiugnere il vento a quel sasso posto in quiete; e noi esponghiamo
          nell’aria, che già si muove, il sasso, che pur si muove esso ancora con
          l’istessa velocità, talché l’aria non gli ha a conferire un nuovo moto, ma
          solo mantenerli, o per meglio dire non impedirli, il già concepito: voi
          volete cacciar il sasso d’un moto straniero e fuor della sua natura; e noi,
          conservarlo nel suo naturale. Se voi volevi produrre una più aggiustata
          esperienza,  dovevi  dire  che  si  osservasse,  se  non  con  l’occhio  della
          fronte,  almeno  con  quel  della  mente,  ciò  che  accaderebbe  quando
          un’aquila portata dall’impeto del vento si lasciasse cader da gli artigli
          una pietra; la quale, perché già nel partirsi dalle branche volava al pari
          del vento, e dopo partita entra in un mezo mobile con egual velocità, ho
          grande opinione che non si vedrebbe cader giù a perpendicolo, ma che,
          seguendo ’l corso del vento ed aggiugnendovi quel della propria gravità,
          si moverebbe di un moto trasversale.
          SIMP.  Bisognerebbe  poterla  fare  una  tale  esperienza,  e  poi  secondo
          l’evento  giudicare;  in  tanto  l’effetto  della  nave  sin  qui  mostra  di
          applaudere all’opinion nostra.
          SALV. Ben diceste, sin qui; perché forse di qui a poco potrebbe mutar
          sembianza. E per non vi tener, come si dice, più su le bacchette, ditemi,
          Sig. Simplicio: parv’egli internamente che l’esperienza della nave quadri
          così bene al proposito nostro, che ragionevolmente si debba credere che
          quello  che  si  vede  accadere  in  lei,  debba  ancora  accadere  nel  globo
                                                          305





