Page 959 - Dizionario di Filosofia
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fantasia tutte le fondamentali istituzioni della civiltà. Il libro terzo (Della discoverta

          del  vero  Omero)  è  dedicato  all’esame  dei  poemi  omerici,  a  verifica  delle  tesi
          sostenute nel secondo. Proprio perché nati nell’età della fantasia essi sono grande e
          inimitabile poesia e contengono una vera e propria storia civile degli antichi Greci.
          Che poi  Omero non fosse un singolo poeta, ma un « carattere eroico » di uomini
          greci che narravano cantando la loro storia, è dimostrato da varie prove filologiche.
          Nel quarto libro viene affrontato il problema della « legge » che regola lo sviluppo

          storico: « … in questo libro quarto soggiungiamo il corso che fanno le nazioni, con
          costante uniformità procedendo in tutti i loro tanto vari e sì diversi costumi sopra la
          divisione delle tre età, che dicevano gli Egizi essere scorse innanzi nel loro mondo,
          degli  dei,  degli  eroi  e  degli  uomini  ».  Nel  quinto  e  ultimo  libro  infine,
          l’interpretazione del medioevo come « barbarie seconda » o « ritornata » serve a
          provare l’inevitabilità dei « ricorsi » e il processo circolare della storia « ideale
          eterna ».

          Sistema dell’idealismo trascendentale (System des transzendentalen Idealismus),
          opera  di  Schelling,  pubblicata  nel  1800.  Mediante  l’intuizione  trascendentale  la
          filosofia  può  ripercorrere  i  momenti  della  vita  dell’io  e  mostrare  come  da  esso
          derivi  la  natura,  che  gli  è  strettamente  congiunta.  In  quanto  «  attività  reale  »  l’io

          produce  l’oggetto  inconsapevolmente;  in  quanto  «  attività  ideale  »  lo  percepisce
          come  estraneo  e  opposto.  Solo  la  riflessione  filosofica  giunge  a  conquistare  la
          consapevolezza  della  radice  soggettiva  dell’oggetto,  mentre  all’io  che  non  si  è
          ancora elevato a quel livello la realtà appare come una « cosa in sé » estranea e
          ostile.  Il prodotto dell’attività dell’io è la materia e il raggiungimento da parte di
          questa di livelli sempre più complessi di organizzazione procede di pari passo con
          la  costruzione  che  l’io  fa  di  se  stesso,  dall’elementare  sensazione  originaria  alla

          consapevolezza trascendentale. Come atto con cui l’intelligenza si libera dall’oggetto
          e si riconosce nella sua pura forma, la filosofia è un prodotto della volontà. L’unità
          di  io  e  natura,  di  coscienza  e  di  inconscio,  è  anche  evidente  nella  storia,
          nell’apparente  contrasto  e  nella  fondamentale  armonia  fra  arbitrio  individuale  e
          necessità oggettiva. Fine della storia è l’attuazione della libertà. La corrispondenza
          armonica e la sostanziale identità di spirito e natura si rivelano solo all’intuizione

          estetica, che è dunque il vero organo della filosofia.
          Sistema  di  logica  come  teoria  del  conoscere,  opera  di  G.  Gentile  (1917-1922),
          nella quale  è  contenuta  l’esposizione  più  esauriente  e  incisiva  del  pensiero
          dell’autore.  Lo  spirito  è  perenne  «  posizione  di  se  stesso  »  (autoctisi):  chi  non
          coglie questo suo carattere di esistenza « attuosa » lo degrada inevitabilmente a cosa
          e si preclude per sempre l’intendimento della realtà. La cosa e il fatto non sono fuori

          o contro lo spirito, ma solo il suo « passato », l’atto che è diventato fatto. D’altra
          parte la considerazione dell’oggetto come una realtà a sé, indipendente dallo spirito
          che  la  pensa  (logo astratto),  è  un  momento  necessario  della  vita  dell’atto  (logo
          concreto): per tenere acceso il fuoco ci vuole il combustibile, per usare l’immagine
          dello  stesso  Gentile,  e  «  affinché  si  attui  la  concretezza  del  pensiero,  che  è  la
          negazione dell’immediatezza di ogni posizione astratta, è necessario che l’astrattezza
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