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i problemi dello sviluppo fìsico e dell’igiene ed è contrario all’educazione intesa
come disciplina delle reazioni o conseguenze naturali, auspicata da Rousseau e da
Spencer. Egli è per un programma di studi che vada dal semplice al complesso,
dall’empirico al razionale, dal fisico allo spirituale. Il suo piano per l’insegnamento
secondario, che esclude completamente le lingue morte, comprende: 1. le scienze,
alle quali è riservata una parte preponderante; 2. le materie umanistiche, cioè da un
lato la storia e la sociologia, dall’altro la letteratura universale, studiata
naturalmente nelle sue grandi linee; 3. esercizi di composizione nella lingua materna,
accompagnati dallo studio approfondito della letteratura nazionale.
Educazione del genere umano (L’) [Die Erziehung des Menschengeschlechts],
opera di G. E. Lessing (1780). È uno scritto breve redatto in forma aforistica. L’idea
fondamentale è che la rivelazione religiosa ha per il genere umano la stessa funzione
che l’educazione ha per il singolo. Come nell’educazione la verità viene comunicata
in forme adeguate alle varie età dell’educando, così la rivelazione religiosa ha
dovuto manifestarsi di volta in volta nella storia in una veste conforme al grado di
evoluzione del genere umano. Ne segue che per il Lessing le religioni storiche hanno
avuto sempre una funzione illuminante e progressista al momento in cui sono apparse
e sono poi scadute a dogma chiuso e inerte, finché una nuova fase della Rivelazione
non le ha sostituite. In questo senso quello del Lessing è forse il più maturo sforzo di
storicizzazione delle religioni che sia stato compiuto nell’ambito dell’Illuminismo.
La rivelazione dell’Antico Testamento corrisponde all’infanzia dell’umanità, quella
del Nuovo all’adolescenza. La maturità del genere umano, che è ormai prossima a
venire, sarà caratterizzata dalla capacità di fare il bene per se stesso,
indipendentemente dalla prospettiva di premi e di castighi.
Educazione intellettuale, morale e fisica (Education: Intellectual, Moral and
Physical), opera di Herbert Spencer (1861), considerata un testo classico della
pedagogia, prevalentemente nei paesi anglosassoni. Per Spencer l’educazione deve
mirare a conseguire il massimo possibile di utilità, dapprima mettendo l’uomo in
condizione di guadagnarsi la vita, poi sviluppando in lui le virtù domestiche e civili
e infine schiudendogli il regno dell’arte. L’educazione morale deve essere fondata
sul principio delle reazioni o conseguenze naturali: bisogna imparare a detestare le
proprie colpe in rapporto alle sgradevoli « conseguenze naturali » che esse
provocano.
Emilio o Dell’educazione (Emile ou De l’éducation), romanzo pedagogico di Jean-
Jacques Rousseau (1762), in cinque libri, in cui l’autore segue l’educazione di
Emilio, un bimbo orfano, ricco, nobile e di sana costituzione, dalla nascita sino al
matrimonio. Combattendo i pregiudizi del suo tempo, Rousseau raccomanda che il
bimbo sia allattato al seno materno e non venga stretto nelle fasce. Emilio vive in
campagna e viene messo in guardia contro le inutili paure e un apprendimento troppo
rapido del linguaggio, considerato una forzatura del processo naturale. Man mano
che cresce, il precettore segue le reazioni che la natura provoca nell’allievo e lo
sbocciare del suo corpo e del suo carattere. Nessuna imposizione, né nella vita
morale né nelle letture; l’allievo deve « inventare », attraverso l’esperienza, le