Page 678 - Dizionario di Filosofia
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terministi* medievali. Questi ultimi costruirono con grande sottigliezza la complessa

          casistica di tutte le derivazioni operabili da determinate premesse ed enunciarono le
          regole in forza delle quali è possibile formalmente stabilire la verità o la falsità di
          una  proposizione,  a  partire  dalla  verità  o  falsità  di  quelle  da  cui  essa  deriva.  Il
          ragionamento tende a diventare un « calcolo »: così lo definì più tardi anche Hobbes,
          individuando come sue operazioni l’addizione e la sottrazione (delle idee fra loro), e
          nella  stessa  prospettiva  si  colloca  la  costruzione  dell’ars  combinatoria  (v.

          COMBINATORIO) progettata da Leibniz.
          In generale ogni calcolo di tale tipo opera su proposizioni formalizzate, enunciando
          un certo numero di regole, mediante le quali si possono ricavare nuove proposizioni
          da  quelle  già  formulate.  L’insieme  delle  proposizioni  di  base,  delle  regole  di
          formazione  e  di  tutte  le  proposizioni  costruibili  sotto  tali  condizioni  costituisce
          quello che si dice un « sistema formalizzato ».
          La  rinascita  moderna  della  logica  ha  avuto  fra  le  altre  sue  conseguenze

          l’elaborazione di sistemi di calcolo proposizionale modellati sull’algebra ordinaria
          (v. ALGEBRA delia logica).  Nei Principia mathematica di  Russell e  Whitehead le
          operazioni  fondamentali  del  calcolo  proposizionale,  ciascuna  indicata  con  un
          proprio simbolo convenzionale, sono la negazione, la disgiunzione, la congiunzione,
          l’implicazione. Ulteriori ricerche, tendenti a estendere l’ambito di applicabilità del
          calcolo  a  forme  più  complesse  di  discorso,  hanno  portato  la  scuola  polacca  a

          proporre le cosiddette logiche polivalenti (nelle quali sono ammessi valori intermedi
          fra il vero e il falso) e altri studiosi a costruire sistemi di calcolo includenti anche i
          valori modali (la possibilità e la necessità, distinte dalla mera esistenza).
          PROSILLOGISMO.  Il  sillogismo  dal  quale,  in  un  polisillogismo*,  si  deduce  la
          premessa del sillogismo immediatamente successivo nella serie (episillogismo*),

          PROSPETTIVISMO.  Dottrina  secondo  la  quale  ogni  essere  si  costruisce  la  propria
          visione del mondo in rapporto ai bisogni vitali, precludendosi volontariamente in tal
          modo la possibilità di una conoscenza del reale nella sua individualità e obiettività.
          (Il termine risale a Nietzsche ed è stato usato da Ortega y Gasset per caratterizzare la
          propria filosofia.)

          PROTÀGORA, in gr. Prōtagóras, filosofo greco (Abdera 486 circa a.C. - † 410 a.C.).
          Assai scarse e incerte sono le notizie circa la sua vita: secondo Filostrato l’Ateniese
          ricevette la prima educazione dai magi persiani, secondo altre fonti, che risalgono
          tutte  a  Epicuro,  sarebbe  stato  discepolo  di  Democrito  (ma  ciò,  per  ragioni
          cronologiche, sarebbe da escludere). Viaggiò in Sicilia e nell’Italia meridionale, ma

          il centro della sua attività fu Atene, dove godette di amicizie illustri, come quelle di
          Euripide  e  di  Pericle,  che  lo  incaricò  di  redigere  un  codice  di  leggi  per  la  città
          panellenica  di  Turi,  e  dove  conquistò  grande  fama  e  ricchezza  insegnando  l’arte
          oratoria e la tecnica del disputare. Tra i discepoli ebbe Isocrate, Prodico di Ceo e
          Callia. La pubblicazione della sua opera Sugli dei (Perì theôn) gli procurò l’ostilità
          dell’ambiente  conservatore  e  un’accusa  per  empietà  e  ateismo:  processato  dal

          tribunale  ateniese,  fu  condannato  all’esilio  e  i  suoi  libri  bruciati  pubtilicamente.
          Morì nel naufragio della nave che lo stava portando fuggiasco in Sicilia. Protagora è
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