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quale  ha  caratterizzato  con  esso  un  importante  momento  (La  vita  come  ricerca,

          1937) dell’evoluzione del suo pensiero. La ricerca non solo non conduce a nessun
          risultato definitivo, ma è un vano brancolare fra le opposte, inaccettabili alternative
          offerte  dal  dogmatismo  e  dallo  scetticismo.  In  questo  senso  più  specifico  il
          problematicismo è uno dei tratti comuni delle filosofie nichilistiche, che ritengono
          provata l’insignificanza e inevitabile il fallimento di tutti i progetti teoretici e pratici
          dell’uomo.

          PROBLEMATICO.  Per  Kant giudizio problematico è quello la cui verità è garantita
          solo  dalla  non  contraddittorietà  del  soggetto  rispetto  al  predicato.  (La  pura
          compatibilità  formale,  infatti,  non  sostenuta  da  altre  condizioni  lascia  libera  la
          ragione di assumere il giudizio come vero o come falso.)

          PROCLO in gr. Próklos, filosofo greco (Costantinopoli 412 d.C. - Atene 485). Studiò
          prima  ad  Alessandria  e  poi  presso  la  scuola  neoplatonica  di  Atene,  della  quale
          divenne  a  quarant’anni  scolarca,  succedendo  a  Domnino  di  Larissa  e  tenendo
          l’incarico per oltre trent’anni, fino alla morte. È, dopo Plotino, la figura più notevole
          del neoplatonismo, di cui fu l’ultimo grande rappresentante. Fra i suoi scritti giunti
          fino  a  noi,  e  pubblicati  da  V.  Cousin  (1820-1827),  hanno  particolare  importanza

          alcuni Commenti  a  dialoghi  platonici  (Timeo,  Parmenide,  Teeteto,  Cratilo,
          Repubblica,  Alcibiade  primo)  e  il Commento  al  primo  libro  di  Euclide,  fonte
          preziosa  per  la  ricostruzione  della  storia  della  geometria  antica.  Fra  le  opere
          sistematiche  sono  fondamentali  gli Elementi di teologia (Institutio  o elementatio
          theologica),  i  quali,  in  una  riduzione  nota  come Liber  de  causis  e  falsamente
          attribuita ad Aristotele, ebbero grande fortuna nella cultura del medioevo.
          La filosofia di Proclo è una monumentale sistemazione scolastica del neoplatonismo,

          che appunto in tale forma fu trasmesso al medioevo, e insieme di tutto il patrimonio
          del  pensiero  classico.  Il  suo  apporto  speculativo  originale  è  la  nozione  del  ritmo
          triadico del processo cosmico, che in certa misura può considerarsi l’antecedente
          della dialettica hegeliana. Il processo di emanazione avviene circolarmente per via
          di somiglianza: ogni essere prodotto da un altro necessariamente somiglia alla sua

          causa, nella quale in questo senso resta, ma dalla quale si diversifica nello stesso
          tempo in quanto da essa procede; a essa infine aspira per sua natura a ritornare. Tre
          sono dunque i momenti di emanazione di ogni essere dalla sua causa: 1. il permanere
          in sé della causa, 2. il procedere da essa (próodos), 3. il ritornare a essa. Il punto di
          partenza  è  l’Uno,  dal  quale  procedono  le Enadi  (Unità),  anch’esse  divinità  e
          intermediarie  tra  l’Uno  e  l’Intelletto,  è  infine  l’Intelletto.  Questo  a  sua  volta  si
          divide  in  tre  momenti:  l’intelligibile,  l’oggetto  dell’Intelletto  (l’essere);
          l’intelligibile-intellettuale  (la  vita);  l’intellettuale,  l’intelletto  come  soggetto.  La

          quarta fase dell’emanazione è l’Anima, costituita anch’essa da vari aspetti. I gradi
          ipostatici del processo emanativo dunque si moltiplicano e molti di essi, attraverso
          l’interpretazione  allegorica,  vengono  identificati  con  gli  dei  dell’Olimpo
          tradizionale.

          Bibliogr.: Opera Procli, a cura di V. Cousin, 6 voll., Parigi 1820-1825; Institutio
          theologica, a cura di E. R. Dodds, Oxford 1963; su P.: L. J. Rosàn, The philosophy
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