Page 676 - Dizionario di Filosofia
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forza, dapprima nei rapporti fra gli individui e poi in quelli fra gli Stati (Idee per

          una  storia  universale  dal  punto  di  vista  cosmopolitico,  1784).  Per  Lessing  la
          rivelazione  religiosa  è  un  momento  necessario  dell’educazione  progressiva  del
          genere umano, la perfettibilità del quale ha come punto di arrivo l’identificazione di
          ragione e rivelazione (L’educazione del genere umano, 1780). Mentre la sostanza di
          quest’ultima  concezione  passa  nel  romanticismo  tedesco  e  particolarmente  nella
          sistemazione hegeliana, il motivo più schiettamente baconiano e illuministico della

          liberazione  dell’umanità  per  virtù  del  progresso  scientifico  viene  ereditato  dal
          positivismo  ottocentesco.  Comte  elabora  una  filosofia  della  storia  fondata  sulla
          famosa « legge dei tre stadi » e anticipa i modi in cui l’umanità continuerà nel futuro
          a realizzare « la preponderanza crescente delle forme più nobili della propria natura
          »  (Corso  di  filosofia  positiva,  1830-1842).  L’evoluzione  biologica  teorizzata  da
          Darwin  segue  anch’essa  una  linea  progressiva,  fondata  com’è  sulla  selezione
          naturale, che assicura la sopravvivenza dei più adatti (L’origine delle specie, 1859).

          Spencer a sua volta, elevando il concetto di evoluzione a categoria interpretativa di
          tutta la realtà, non dubita della direzione necessariamente positiva del movimento
          dell’universo: « L’evoluzione può terminare solo con lo stabilirsi della più grande
          perfezione  e  della  più  completa  felicità  »  (Primi  principi,  1862).  Anche  Marx,
          infine, crede nella inevitabilità del progresso: in particolare egli è certo che le «
          contraddizioni » della società capitalistica faranno di necessità crollare il sistema e

          che dalla crisi uscirà una società nuova, nella quale « il libero sviluppo di ciascuno
          sarà  condizione  del  libero  sviluppo  di  tutti  »  (Manifesto  del  partito  comunista,
          1848).
          L’argomento  costantemente  usato  nella  contestazione  del  concetto  illuministico  di
          progresso  poggia  sulla  negazione  del  legame  necessario  fra  progresso  della
          conoscenza  e  progresso  reale  dell’umanità.  Rousseau  sostiene  questa  tesi  nel  suo
          Discorso sulle scienze e le arti  (1750),  mentre  Leopardi  afferma  nello Zibaldone

          che  «  i  progressi  della  ragione  e  lo  spegnimento  delle  illusioni  producono  la
          barbarie ». Bergson a sua volta ritiene che la scienza e la tecnica abbiano ingrandito
          solo  il  corpo  dell’uomo:  se  quest’ultimo  vuole  conservare  il  suo  equilibrio  deve
          quindi procurarsi un « supplemento di anima ». Il discorso oggi così frequente sulla
          irresponsabilità della scienza, sulla vanità del progresso scientifico di per sé preso,

          sul vuoto d’anima delle società più progredite, rientra in questo schema ideologico e
          ha  a  sua  ulteriore  giustificazione  alcuni  effetti  indiretti  del  progresso  scientifico,
          come  la  terribilità  e  la  ferocia  delle  guerre,  la  prospettiva  dell’autodistruzione
          planetaria,  gli  effetti  alienanti  della  cosiddetta  civiltà  dei  consumi.  Il  pensiero
          tedesco  dopo  Nietzsche  (il  quale  ultimo  oppose  all’ottimismo  idealistico  la  tesi
          classica dell’etemo ritorno, della storia come « clessidra continuamente rovesciata
          »)  ha  espresso  una  sua  linea  critica  del  concetto  di  progresso,  fondata  sulla
          contrapposizione della « cultura » (Kultur), come insieme dei valori permanenti che

          costituiscono  l’anima  collettiva  di  un  popolo,  alla  «  civiltà  »  (Zivilisation),  fatta
          solo di scienza, di tecnica e di rapporti giuridici. La nozione romantico-reazionaria
          di Kultur  ha  un  posto  importante  in  una  delle  opere  più  discusse  di  T.  Mann,  le
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