Page 135 - Il giornalino di Gian Burrasca
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probabilità che avrebbero avuto di diventar deputati i due che oggi si trovavano in lotta davvero.
A sentir Gigino Balestra parrebbe che l'elezione del Maralli fosse sicura; e lui è al caso di saperlo
perché il suo babbo non solamente è un pasticciere, ma è il grande elettore del suo partito e dice che
di riffe o di raffe questa volta il collegio deve essere conquistato dai socialisti e che è già sicuro
della vittoria.
Per questo ha messo fuori un giornaletto intitolato Il sole dell'avvenire che è in grande polemica
con l'Unione Nazionale che sostiene lo zio di Cecchino.
Gigino Balestra mi ha fatto vedere questi giornali e mi ha detto:
- Il babbo ora non ripara a dar retta a tutte le commissioni, ed è sempre occupato a scrivere nel
giornale... Domani siamo sicuri che in bottega non viene. Non mancare! -
23 febbraio.
Stamani mi son purgato.
Non ho mai potuto capire il perché i pasticcini che sono tanto buoni debbano far male e i
purganti che son tanto cattivi debbano far bene. Il fatto è che dei pasticcini ieri ne mangiai una
ventina, tutti con le mandorle, e pare che per l'appunto le mandorle sieno molto indigeste.
Gigino Balestra all'ora che avevamo fissato, cioè alle dieci, era sulla porta del negozio e mi fece
l'occhiolino come per dire che aspettassi un poco prima di entrare. Infatti fece una giratina in su e in
giù e finalmente mi fece cenno, di passare. In quel momento non c'era nessuno, perché il ministro di
bottega era andato a dare un'occhiata nel laboratorio.
- Bisogna far presto, - disse Gigino - perché ritorna subito.
Io feci in un lampo: quattro pasticcini ogni boccone... e si vede che il mangiar così in fretta e
furia mi fece male, perché appena tornato a casa mi sentii un gran peso allo stomaco e dei giramenti
di testa tali che dovettero mettermi a letto.
Naturalmente dell'affare dei pasticcini non dissi niente... anche per non compromettere il mio
amico Gigino Balestra.
24 febbraio.
Stamani ci è arrivata in casa una triste notizia; il signor Venanzio è morto stanotte.
Povero signor Venanzio! Era un po' uggioso, ne convengo, ma era un buon uomo e mi dispiace
molto che se ne sia andato.
Mi pare di vederlo ancora... Povero signor Venanzio!
25 febbraio.
Che giornata di grandi emozioni!
È vicina la mezzanotte; tutti son già andati a letto e io sono solo qui nella mia cameretta: solo col
mio segreto, col mio grande segreto, e piango e rido e tremo non so perché né di che, e stento quasi
a scrivere qui questo importante avvenimento della mia vita nella paura che sia risaputo...
Ma no! Oramai in queste pagine ho confidato ogni mio atto e ogni mio pensiero e sento come un
bisogno di sfogare qui, in questo mio caro giornalino, la piena dei sentimenti che mi invade l'animo
e mi commuove tutto...
Però prima di tutto voglio dare un'occhiata se il mio prezioso segreto e al suo posto...
Sì, sì! Sono lì tutti e duegento... Non ne manca uno! Procuriamo di rimetterci in calma, dunque, e