Page 134 - Il giornalino di Gian Burrasca
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Ma non abbia paura, che io in casa sua non ci vado. Oramai ho promesso alla mia buona mamma
            e all'Ada di metter la testa a partito e di fare in modo che il babbo non abbia a mettere in esecuzione
            la minaccia fatta di cacciarmi in una Casa di correzione ché questo sarebbe davvero un disonore per
            me e per la mia famiglia; e in questi cinque giorni ho dimostrato che questa volta non si tratta di
            promesse da marinaro, e che se voglio so anche essere un ragazzo di giudizio.
               Tant'è vero che la mamma stamani mi ha abbracciato e mi ha dato un bacio dicendo:
               - Bravo Giannino! seguita così e sarai la consolazione dei tuoi genitori! -
               La frase non è nuova, ma però detta da una mamma buona come la mia fa sempre un effetto
            nuovo nel cuore di un figliolo per bene, e io le ho giurato di mantenermi sempre così.
               Io l'ho sempre detto che le mamme sono più ragionevoli dei babbi. Infatti la mamma, quando le
            ho raccontato dell'affare della minestra di magro che ci davano in collegio il venerdì e dell'eterno
            riso che si mangiava in tutti gli altri giorni della settimana mi ha dato pienamente ragione e ha detto
            a mia sorella:
               - Poverini, chi sa come si stomacavano a mangiar quelle porcherie! -




               21 febbraio.

               Pare che il babbo, visto che mi son corretto dal miei difetti, abbia intenzione di mettermi un
            maestro in casa per farmi poi pigliar l'esame regolare a fìn d’anno. Speriamo bene!
               Oggi finalmente ho rivisto Gigino Balestra. Per l'appunto mia sorella ha un'amica, una certa
            signorina Cesira Beni, che sta di casa in un quartiere accanto a quello dove abita Gigino, e siccome
            oggi Ada è andata a far visita a questa sua amica io ho colto l'occasione di farne una al mio amico.
               Quanto abbiamo parlato delle nostre avventure passate!
               A un certo punto dei nostri discorsi mi s'è riaffacciata alla mente la curiosità di sapere come mai
            nel collegio Pierpaoli era venuto l'uso di chiamare il signor Stanislao col nome di Calpurnio.
               - Mi hanno detto che è levato dalla Storia Romana, e a questo ci arrivavo anche io. Ma che
            significa? Perché l'hanno adattato al Direttore? Lo sai tu? -
               Gigino Balestra si è messo a ridere; poi ha preso una Storia Romana che era nel suo scaffaletto,
            ha cercato un po' e mi ha messo il libro dinanzi agli occhi aperto nelle pagine dove sono raccontate
            le guerre di Giugurta; e lì ho letto questo pezzetto che mi son ricopiato perché volevo metterlo qui
            nel mio giornalino proprio tale e quale:


               “Dopo che Giugurta ebbe fatto torturare e uccidere il cugino profuse oro a destra e a sinistra
            perché  il   misfatto   fosse   taciuto.   Ma   il   tribuno   Caio   Memmio  manifestò   dinanzi   al   Fòro   la
            scelleraggine di Giugurta e il Senato bandì contro lo sleale principe numida la guerra che affidò a
            uno dei consoli eletti, per l'anno successivo, e che chiamavasi Lucio Calpurnio Bestia…”.

               - Ah! - gridai smascellandomi dalle risa. - Ora ho capito finalmente! Lo chiamavano Calpurnio
            perché...
               - ... perché anche se sentiva, - concluse Gigino, non avrebbe capito che gli si dava della bestia!
               È un ingegnoso strattagemma, non c'è che dire. Ma sarebbe stato molto meglio che l'avessi
            conosciuto prima, perché allora chiamando Calpurnio il signor direttore del collegio Pierpaoli ci
            avrei provato più gusto.
               Ho parlato con Gigino Balestra anche di un altro importante argomento: dei pasticcini.
               - Vedi se puoi passare domattina dal negozio, verso le dieci. Il babbo a quell'ora ha una adunanza
            per le elezioni... Ti aspetto sulla bottega. -
               Infatti ho saputo che ci sono le elezioni politiche, perché quello che era deputato è diventato
            pazzo a un tratto, per il motivo, - dicono tutti quelli che s'intendono di politica, - che aveva preso le
            cose troppo sul serio. E i nuovi candidati sono il commendatore Gaspero Bellucci, zio di Cecchino,
            e l'avvocato Maralli mio cognato.
               Pensare che nel dicembre scorso, proprio il giorno prima che ci si rovinasse in quella disastrosa
            corsa in automobile, con Cecchino Bellucci ci pigliammo a parole appunto sulla maggiore o minore
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