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Storie DOSSIER
di convivenza
a diffusione del cristianesimo nell’impero pose il problema della convivenza dei Cristiani con Quali limiti c’erano
Li pagani e con l’autorità costituita. Inizialmente i Cristiani venivano confusi con gli Ebrei, sui cui nell’integrazione tra
costumi circolavano informazioni intrise di pregiudizi. A differenza degli Ebrei, i Cristiani ricono- pagani e Cristiani?
scevano validità alle leggi dello Stato romano: poiché ogni autorità terrena deriva dall’autorità divi-
na, il fedele non aveva ragione di opporsi al volere dei governanti [®DOC8]. Un limite all’integra-
zione, tuttavia, veniva dal rifiuto sia delle osservanze rituali romane, sia delle attività lavorative con- Cosa pensavano
nesse alle celebrazioni del culto pagano o contrarie alla morale cristiana [®DOC9], come, ad i pagani dei
esempio, il servizio militare [®DOC10]. Nel momento in cui il cristianesimo prese piede fra tutte Cristiani?
le classi sociali, i pagani divulgarono sul conto dei Cristiani una serie di calunnie suscitate dalle lo-
ro abitudini e dal loro vivere la religione, da cui i Cristiani si difendevano [®DOC11 e 12].
Inizialmente le autorità romane si limitarono a contrastare il cristianesimo attraverso una serie di
provvedimenti, quali, ad esempio, l’imposizione del sacrificio agli dèi pagani e al genio dell’impe-
ratore [®DOC13]. Nel tempo le misure contro il cristianesimo si inasprirono a tal punto da sfocia-
re in una vera e propria politica persecutoria. Le persecuzioni, tuttavia, rivelarono ben presto la lo-
ro inutilità: le vittime cristiane, infatti, preferivano affrontare la condanna piuttosto che rinnegare la
propria fede [®DOC14 e 15].
Ogni potere viene da Dio
Le Lettere che Paolo inviò alle varie comunità cristiane nelle città dell’impero, e che ancor oggi gui-
dano e ispirano la riflessione dei teologi cristiani, rivelano un pensiero complesso e raffinato, dalle
intuizioni politiche straordinarie. Molto prima che balenasse la possibilità di un’intesa tra Chiesa e
impero, Paolo raccomandava l’obbedienza e la sottomissione alle leggi di Roma, contro qualsiasi fa-
natismo o settarismo. Tutti gli uomini erano uguali di fronte alle leggi, perché tutti – Cristiani, Ebrei,
pagani – erano ugualmente gravati dal fardello del peccato, a cui solo il sacrificio di Cristo aveva da-
to riscatto. Nel pensiero di Paolo l’autorità divina era l’unico, essenziale riferimento del cristiano, e
da essa promanava ogni autorità terrena. Per quanto religioso e osservante, il fedele non aveva dun-
que bisogno di opporsi o sottrarsi agli obblighi dei governanti terreni. Rafforzata da questo rappor-
to fiducioso con lo Stato, la comunità cristiana si preparava, in prospettiva, a integrarsi in esso.
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San Paolo, Lettera ai Romani, 13, 1-7 rità? Fa’ il bene e ne avrai lode, poiché es- ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tri-
sa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se buto; a chi le tasse, le tasse; a chi il timore,
Ciascuno sia sottomesso alle autorità costi- fai il male, allora temi, perché non invano il timore; a chi il rispetto, il rispetto.
tuite; poiché non c’è autorità se non da Dio essa porta la spada; è infatti al servizio di
e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Dio per la giusta condanna di chi opera il
Quindi chi si oppone all’autorità, si oppo- male. Perciò è necessario stare sottomessi,
ne all’ordine stabilito da Dio. E quelli che non solo per timore della punizione, ma
si oppongono si attireranno addosso la anche per ragioni di coscienza. Per questo GUIDAALLALETTURA
condanna. I governanti infatti non sono da dunque dovete pagare i tributi, perché 1. Quale rapporto con le autorità costituite
raccomandava san Paolo ai Cristiani?
temere quando si fa il bene, ma quando si quelli che sono dediti a questo compito so- 2. Perché, secondo san Paolo, bisognava
fa il male. Vuoi non aver da temere l’auto- no funzionari di Dio. Rendete a ciascuno sottomettersi alle autorità costituite?
I mestieri proibiti ai Cristiani
Un buon cristiano doveva attenersi a un numero esiguo di osservanze ma doveva mostrare inve-
ce un’adesione completa al messaggio di Cristo, che indicava i princìpi morali su cui ogni credente
doveva regolare le proprie scelte di vita e i propri comportamenti.
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