Page 7 - Federico II e la ribellione del figlio
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UNA TRAGEDIA FAMILIARE







                1. IL PIANTO DELL’IMPERATORE

                Dalla misericordia e dalla pietà di padre, che va oltre il

                giudizio  del  severo  giudice,  siamo  spinti  a  piangere  il

                destino di Enrico, nostro figlio primogenito, ora che la

                natura fa sgorgare dall’intimo quel profluvio di lacrime

                che  il  dolore  dell’offesa  e  il  rigore  della  giustizia

                avevano trattenuto nel profondo. Forse padri inflessibili

                potranno meravigliarsi che il Cesare, invitto dai nemici

                esterni, possa essere vinto da un dolore domestico; ma

                l’animo  d’un  principe,  per  quanto  forte,  è  pur  sempre

                soggetto all’impero della natura che lo domina, la quale,

                quando  esercita  le  sue  forze,  non  riconosce  né  re,  né
                imperatori.  Siamo  cosí  costretti  ad  ammettere  che  noi,

                mai  piegati  dalla  superbia  di  un  vivo,  siamo  sconvolti


                per la morte di nostro figlio.
                      Non  siamo  però  i  primi  e  non  saremo  gli  ultimi  a

                subire le offese di figli ribelli, e a piangere poi ai loro

                funerali.  Davide  pianse  infatti  per  tre  giorni  il  suo

                primogenito  Assalonne,  e  sulle  ceneri  del  suo  genero

                Pompeo – che pur fu avverso alla fortuna e all’anima del

                suocero  –  quel  magnifico  Giulio,  primo  Cesare,  non

                negò  il  dovere  e  le  lacrime  della  pietà  paterna.  Né

                l’acerbo  dolore  generato  dalla  trasgressione  è  per  i

                genitori medicina tanto efficace da far sí che, mentre la
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