Page 9 - Ligeia
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percettibile tendenza all’aquilino, quelle stesse narici
           percettibile tendenza all’aquilino, quelle stesse narici
           che si incurvavano armoniosamente rivelando la libertà
           che si incurvavano armoniosamente rivelando la libertà
           dello  spirito.  Guardavo  la   bocca.  Ecco  veramente  il   il
           dello  spirito.  Guardavo  la   bocca.  Ecco  veramente
           trionfo di tutte le cose celesti: la curva armoniosa del
           trionfo di tutte le cose celesti: la curva armoniosa del
           labbro superiore piuttosto breve, il riposo soffice e vo-
           labbro superiore piuttosto breve, il riposo soffice e vo-
           luttuoso del labbro inferiore, le fossette che giocavano e
           luttuoso del labbro inferiore, le fossette che giocavano e
           il colore che parlava, i denti che rimandavano con una
           il colore che parlava, i denti che rimandavano con una
           intensa luminosità quasi ogni raggio della luce benedet-
           intensa luminosità quasi ogni raggio della luce benedet-
           ta che cadeva su di loro, nei sorrisi placidi e sereni ma
           ta che cadeva su di loro, nei sorrisi placidi e sereni ma
           sempre trionfalmente radiosi. Scrutavo la formazione
           sempre trionfalmente radiosi. Scrutavo la formazione
           del mento, e anche lì trovavo la grazia della leggerezza,
           del mento, e anche lì trovavo la grazia della leggerezza,
           la dolcezza e la maestà, la pienezza e la spiritualità dei
           la dolcezza e la maestà, la pienezza e la spiritualità dei
           greci, quel contorno che il dio Apollo rivelò soltanto in
           greci, quel contorno che il dio Apollo rivelò soltanto in
           sogno a Cleomene figlio dell’ateniese. Poi guardavo nei
           sogno a Cleomene figlio dell’ateniese. Poi guardavo nei
           grandi occhi di Ligeia.
           grandi occhi di Ligeia.
              Per gli occhi non vi sono modelli nella remota anti-
              Per gli occhi non vi sono modelli nella remota anti-
           chità. Può darsi che fosse negli occhi della mia adorata
           chità. Può darsi che fosse negli occhi della mia adorata
           che si celava il mistero di cui parla lord Verulam. Erano
           che si celava il mistero di cui parla lord Verulam. Erano
           – io devo credere – molto più grandi dei soliti occhi del-
           – io devo credere – molto più grandi dei soliti occhi del-
           la nostra razza. Erano più pieni dei più begli occhi di
           la nostra razza. Erano più pieni dei più begli occhi di
           gazzella della tribù della vallata di Nurjahad. Ma era
           gazzella della tribù della vallata di Nurjahad. Ma era
           soltanto a momenti, quando si animava intensamente,
           soltanto a momenti, quando si animava intensamente,
           che questa particolarità diventava notevole.
           che questa particolarità diventava notevole.
              In quei momenti la sua bellezza era – o almeno appa-
              In quei momenti la sua bellezza era – o almeno appa-
           riva alla mia accesa fantasia – la bellezza di un essere
           riva alla mia accesa fantasia – la bellezza di un essere
           supremo o comunque non terreno, la bellezza della fa-
           supremo o comunque non terreno, la bellezza della fa-
           volosa urì dei turchi. Le pupille erano del nero più bril-
           volosa urì dei turchi. Le pupille erano del nero più bril-
           lante, difese da lunghissime ciglia nere. Anche le so-
           lante, difese da lunghissime ciglia nere. Anche le so-
           pracciglia, di disegno lievemente irregolare, erano nere.
           pracciglia, di disegno lievemente irregolare, erano nere.

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