Page 574 - Jane Eyre
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Lo guardai meravigliata.
              — È strano, — proseguì, — che mentre amo Ro-
           smunda così ardentemente, con tutto l'impeto di una pri-
           ma passione, provi la certezza che ella non sarebbe per
           me una buona compagnia, la donna che mi conviene, e
           che dopo un anno di ebrezza succederebbe una vita di
           dolore. Lo so.
              — È strano davvero! — non potei fare a meno d'e-
           sclamare.

              — Se vi è qualcosa in me, — riprese, — che subisce
           fascino della sua attrattiva, qualcos'altro invece è urtato
           dai suoi difetti; ella non capirebbe aspirazioni, non po-
           trebbe aiutarmi nelle mie imprese, non potrebbe soffrire,
           lavorare, predicare; no, Rosmunda non può esser moglie
           di un missionario.
              — Ma voi non avete bisogno farvi missionario! Pote-
           te rinunziare a quel progetto.
              — Io, rinunziarvi? Non sapete che è la mia vocazio-
           ne, la grande opera, la base che pongo in terra per la mia
           dimora   celeste,   la   mia   speranza   d'essere   ascritto   fra
           quelli che hanno soffocato ogni ambizione per il deside-
           rio glorioso di migliorare i loro fratelli, di sostituire alla
           guerra la pace, alla schiavitù la libertà, alla superstizione
           la fede, al timore dell'inferno la speranza del paradiso?
           Verso queste alte aspirazioni devo rivolgere lo sguardo e
           vincere per questo scopo.
              Dopo una lunga pausa domandai:
              — E alla signorina Oliver, al suo dolore, non ci pen-
           sate?


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