Page 237 - Il mercante d'arte di Hitler
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ora si sbilancia anche a segnalare che «la progenie materna,
altrimenti di pura razza ariana, [è] imparentata alla famiglia
Lewand di [su]o padre, solo in parte ariana», perché nel
frattempo, infatti, ha cominciato a lavorare per conto del
regime. È un “patto con i bravi” quello che Hildebrand stringe,
quando il 14 ottobre 1938 si rivolge a Franz Hofmann, il capo
della IX divisione (Arti figurative) del ministero della
Propaganda, per proporsi quale commesso ufficiale
nell’operazione “Arte degenerata”. L’8 agosto il gallerista e
libraio berlinese Karl Buchholz ha già preso contatto con i
responsabili e ha avuto buon esito. Assieme a Bernhard A.
Böhmer di Güstrow e Ferdinand Möller a Berlino, Gurlitt e lui
formeranno il quartetto di trafficanti autorizzati allo smercio di
“arte degenerata” per conto dello Stato. Ognuno di loro sviluppa
un proprio profilo, che accanto ai propri specifici interessi
dipende dal rapporto di ciascuno con Rolf Hetsch, in qualità di
referente responsabile. Sebbene Hetsch non abbia realmente
potere decisionale, il suo consenso è indispensabile in molti
frangenti. I quattro agenti si rivolgono a lui con le loro richieste
di opere d’arte, che hanno il permesso di rimettere sul mercato
estero solamente in cambio di valuta straniera libera dal sistema
di clearing, vale a dire: non contabilizzata. Gurlitt conquista
subito le simpatie di Hetsch, manifestando, con sollecitudine, il
proprio desiderio «di poter ricambiare», con «discrezione e
lavoro zelante» come atteso da Hetsch, «la fiducia
accordata[gli] dal ministero». A Hetsch, alle prime armi nel
settore, deve piacere il fatto che un esimio collega lo preghi di
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potergli «parlare in privato di persona» .
Una settimana dopo la sua richiesta ufficiale Gurlitt viene
accompagnato ancora una volta da Hetsch nel deposito alla
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