Page 159 - Shakespeare - Vol. 3
        P. 159
     A trovare
               pace! Se è tornato perché si sottrae al viaggio
               e non vuole più andare, lo spingerò a un’impresa
               che ho già matura in mente, e nella quale
               non potrà che cadere. E nessun fiato spirerà
               a condannare la sua morte. Anzi sua madre stessa
               non sospetterà affatto il trucco, e lo chiamerà
               una disgrazia.
              LAERTE
                               Monsignore, mi lascio guidare,
               e tanto più se trovate il modo di farmi
               l’esecutore del tutto.
              RE
                               Questo cade a proposito.
               Dopo la tua partenza, qui, si è parlato molto
               di te, presente Amleto, per una qualità
               in cui si dice che eccelli. E tutte le tue doti
               assieme, non l’accesero tanto d’invidia, quanto
               quella sola − e un’invidia, a mio giudizio,
               delle più basse.
              LAERTE
                               Che qualità, signore?
              RE
               Un fiocco sul cappello d’un giovane! − ma anch’esso
               non fuori posto, se alla gioventù
               stanno bene i vestiti allegri, trasandati,
               come ai più vecchi gli abiti severi e le pellicce
               che denotano stabilità, rigore. Due mesi fa
               era qui un gentiluomo normanno − io stesso ho visto
               i francesi, ed ho pure militato
               contro di loro, ed essi ci sanno proprio fare
               a cavallo − ma questo gagliardo
               pareva un mago in sella, vi metteva radici,
               e spingeva il cavallo a evoluzioni





