Page 1065 - Shakespeare - Vol. 3
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LUCIO

               Dice carnalmente.



              DUCA
                               Ora basta, messere!



              LUCIO
               Starò buono, signore.



              ANGELO
                               Mio signore,
               devo confessare di conoscer questa donna:

               e che cinque anni fa si parlò di matrimonio
               fra lei e me; che però fu rotto, in parte
               perché la dote promessa non fu raggiunta,
               ma soprattutto perché la sua reputazione

               fu tacciata di leggerezza. Da allora,
               in questi cinque anni, mai le ho parlato,
               l’ho vista, o ho avuto sue notizie,
               sulla mia fede e sul mio onore.



              MARIANA

                               Nobile principe,
               come dal cielo vien luce, e parole dal fiato,
               come il vero ha senso, e la virtù verità,
               sono sposa promessa di quest’uomo,
               con la forza che hanno i giuramenti.

               E l’ultimo martedì sera, mio buon signore,
               nella palazzina nel giardino mi ha conosciuta
               come moglie. Poiché è vero, fatemi rialzare

               impunemente, o resti fissa qui per sempre,
               monumento di pietra.



              ANGELO
                               Finora ho solo sorriso;
               ora, mio buon signore, datemi potestà
               di far giustizia. La mia pazienza è scossa;

               vedo che queste povere donne scombinate                   144
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