Page 1571 - Shakespeare - Vol. 2
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     Non sta mica bene, badate ora, di togliermi di bocca il racconto prima che io
          l’ho bello e finito. Io parlo soltando per parallelismi e corrispondenze: come
          Alessandro uccise il suo amico Clito tra una bevuta e l’altra, così anche Harry
          di  Monmouth,  a  mende  fredda  e  in  piena  lugidità,  cacciò  via  il  grosso
          cavaliere dal giubbone panciuto, quello sembre pieno di beffe e di prese in
          giro e di bricconate e di lazzi... Ho dimenticato il suo nome.                  142
              GOWER
          Sir John Falstaff.
              FLUELLEN
          Proprio lui. Ve lo dico io, ce n’è di tipi in gamba che sono nati a Monmouth.
              GOWER
          Ecco che arriva Sua Maestà.
                   Squilli di tromba. Entrano il Re Enrico e Borbone con dei prigionieri,
                                [Warwick, Gloucester, Exeter e altri]. Fanfara.
              ENRICO
               Non sono mai andato in collera da che sono in Francia,
               mai sino a questo momento. Araldo, prendi con te un trombettiere,
               galoppa incontro a quei cavalieri, su quella collina.
               Se voglion battersi con noi, di’ loro di venir giù;
               in caso contrario, sgombrino il campo: la loro vista ci offende.
               Se non faranno né l’una né l’altra cosa, andremo noi da loro,
               e li faremo schizzar via veloci come sassi
               scagliati dalle fionde degli antichi Assiri.
               Inoltre, taglieremo la gola ai prigionieri
               e non un uomo, fra quelli ancora da prendere,
               assaggerà la nostra clemenza.            143  Vaglielo a dire.
                                                      Entra Montjoy.
              EXETER
               Ecco l’araldo dei Francesi, mio sire.
              GLOUCESTER
     	
