Page 112 - Nietzsche - L'Anticristo, Crepuscolo degli idoli, Ecce Homo
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Quel che manca ai Tedeschi






      1.

         Tra i Tedeschi oggi non basta avere spirito: bisogna anche prenderselo, prendersi la libertà
      di averlo...
         Forse conosco i Tedeschi, forse posso dir loro anche qualche verità. La nuova Germania
      rappresenta una grande quantità di capacità ereditate e apprese, sicché per un certo tempo può
      spendere,  anche  a  profusione,  il  tesoro  di  forza  che  ha  accumulato.  Non  è  un'alta  cultura,

      quella che con essa si è affermata, e tanto meno un gusto delicato, una nobile «bellezza» degli
      istinti; ma virtù più virili di quelle che qualunque altro paese d'Europa possa mostrare. Molto
      buon animo e rispetto di sé, molta sicurezza nei rapporti, nella reciprocità dei doveri, molta
      laboriosità, molta tenacia - e una ereditaria moderazione, che ha bisogno più del pungolo che
      del freno. Aggiungo che qui, in Germania, si ubbidisce ancora, senza che l'ubbidienza umilii...
      E nessuno disprezza il suo avversario...
         Come si vede, è mio desiderio render giustizia ai Tedeschi: in questo non vorrei tradire me
      stesso, - debbo dunque anche far loro la mia obiezione. Si paga caro giungere al potere: il

      potere rende stupidi... I Tedeschi - una volta li si chiamava il popolo dei pensatori: pensano
      ancora, oggi? - I Tedeschi adesso si annoiano dello spirito, i Tedeschi oggi diffidano di esso,
      la  politica  inghiotte  ogni  serietà  per  cose  effettivamente  spirituali  -  «Germania,  Germania
      sopra ogni cosa», fu questa, temo, la fine della filosofia tedesca... «Esistono filosofi tedeschi?
      esistono poeti tedeschi? esistono buoni libri tedeschi?» - mi si chiede all'estero. Io arrossisco;

      ma col coraggio che mi contraddistingue anche in casi disperati, rispondo: «Sì, Bismarck!» -
      Potrei anche solo ammettere quali libri si leggono oggi?... Dannato istinto della mediocrità! -

      2.
         -  Quel  che  potrebbe  essere  lo  spirito  tedesco:  chi  non  ha  già  avuto  a  riguardo  i  suoi
      malinconici  pensieri?  Ma  questo  popolo  si  è  volontariamente  instupidito,  da  quasi  un
      millennio: da nessun'altra parte si è abusato con ugual dissolutezza dei due grandi narcotici

      europei, l'alcool e il cristianesimo. Ultimamente se ne è aggiunto anche un terzo, che già da
      solo può dare il colpo di grazia a ogni sottile e ardita mobilità dello spirito, la musica, la
      nostra intasata e intasante musica tedesca. - Quanta fastidiosa pesantezza, fiacchezza, quanto
      umidore, quanta veste da camera, quanta birra c'è nell'intelligenza tedesca! Com'è possibile
      che uomini giovani, i quali consacrano la propria esistenza a mete spirituali, non sentano in se
      stessi il primo istinto della spiritualità, l'istinto di autoconservazione dello spirito - e bevano

      birra?... L'alcoolismo della gioventù istruita non è forse ancora un punto interrogativo sulla
      sua erudizione - si può essere, senza spirito, addirittura un grande dotto -, ma sotto ogni altro
      riguardo  resta  un  problema.  -  Dove  non  la  si  troverebbe,  la  morbida  degenerazione  che  la
      birra produce nello spirito! Una volta, in un caso che è quasi diventato famoso, ho posto il dito
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