Page 5 - Keplero. Una biografia scientifica
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     Introduzione
                «Come  svegliandomi  da  un  sogno…».  Queste  sono  le  parole
                utilizzate  da  Keplero  per  descrivere  le  proprie  intuizioni
                scientifiche,  quei  lampi  di  luce  che  consentirono  alle
                innumerevoli  tessere  raccolte  in  anni  di  duro  lavoro  di
                incastrarsi  perfettamente,  e  di  mutare  profondamente  la
                concezione  del  cosmo.  Così,  difatti,  Keplero  immaginava
                l’operazione del conoscere: come un riappropriarsi di idee che
                già si possiedono inconsciamente. Il sapere scientifico, scriveva,
                è connaturato nell’uomo, come il numero dei petali in un fiore.
                Ma il risveglio non avviene per caso, e Keplero in ogni sua opera
                ci  fa  toccare  con  mano  la  tenacia,  la  fatica,  i  momenti  di
                sconforto  che  tanto  spesso  caratterizzano  il  lavoro  di  uno
                scienziato. La scoperta delle tre leggi che descrivono il moto dei
                pianeti non ha niente a che vedere con una fortunata boutade.
                   Davvero  non  si  può  dire  che  Keplero  sia  stato  un  uomo
                fortunato. La sua vita fu segnata dalla miseria e dalle violenze
                seminate  dalla  guerra  dei  Trent’anni,  e  più  volte  subì
                l’umiliazione  e  il  disagio  dell’esilio.  Fisicamente  segnato  da
                malattie di ogni tipo, gracile e debole di vista, la sua condizione
                fu  pesantemente  aggravata  da  un  forte  pessimismo.  Eppure
                seppe  essere  felice,  ogni  volta  che  gli  sembrava  di  cogliere
                l’armonia delle diverse parti del mondo, di una gioia che sgorga
                limpida dalle pagine dei suoi libri.
                   Keplero, che aveva compiuto gli studi alla prestigiosa facoltà





