Page 184 - Keplero. Una biografia scientifica
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     quinta,  al  quale  è  associato  il  rapporto  numerico  3/2.
                L’intervallo di quinta, che si ascolta suonando sul pianoforte un
                do,  di  frequenza  w,  e  un  sol,  di  frequenza  3/2w,  è  difatti
                riconosciuto come particolarmente stabile dal nostro orecchio.
                Anche  Galileo  Galilei  lo  descriveva  come  particolarmente
                gradito:
                   Ma la quinta, con quei suoi contrattempi, e con l’interpor tra le coppie
                   delle due pulsazioni congiunte due solitarie della corda acuta e una pur
                   solitaria della corda grave […] fa una titillazione e un solletico tale sopra
                   la cartilagine del timpano, che temperando la dolcezza con uno spruzzo
                   d’acrimonia, par che insieme soavemente baci e morda.          40
                La  scala  pitagorica  si  costruisce  considerando  una  nota
                fondamentale  di  frequenza  w  e  moltiplicando  ripetutamente
                questa frequenza per 3/2, creando così una catena di intervalli di
                quinta. Ogni volta che si ottiene un valore al di fuori dell’ottava,
                ovvero maggiore di 2w, si riduce la nota all’ambito dell’ottava,
                ovvero  si  divide  la  sua  frequenza  per  2.  Si  ricavano  in  questo
                modo i dodici semitoni, corrispondenti ai dodici tasti, bianchi e
                neri, compresi tra due do.
                   Fino a tutto il Medioevo questa fu la scala più diffusa nella
                civiltà  occidentale,  sebbene  essa  desse  origine,  nella  pratica
                musicale,  ad  alcune  difficoltà.  I  suoi  limiti  divennero  sempre
                meno        trascurabili         a     partire       dal     XII     secolo       d.C.,
                contemporaneamente  allo  sviluppo  della  polifonia  e  della
                musica  strumentale.  Si  tratta  delle  cosiddette  «incompatibilità
                delle  consonanze  pure»,  dovute  all’impossibilità  di  ottenere
                divisioni  esatte  con  metodi  che  sfruttano  rapporti  tanto
                semplici.  Il  sistema  pitagorico  dovrebbe  infatti  consentire,
                moltiplicando  la  dodicesima  nota  per  3/2,  di  produrre  il  do





