Page 469 - Galileo. Scienziato e umanista.
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     mise  immediatamente  al  lavoro  una  commissione  speciale,
                nominata  in  agosto  per  determinare  se  Galileo  dovesse  essere
                condotto  dinanzi  al  Sant’Uffizio.  Il  fatto  che  si  seguisse  la
                strada di una revisione preliminare – procedura, questa, del tutto
                inusuale – indicava che in quel momento, come riferí Niccolini
                nella propria lettera del 5 settembre, il papa considerava Galileo
                ancora un amico. Ma le scoperte della commissione convinsero
                Urbano che Galileo non dava alcun valore né alla sua amicizia
                né  ai  suoi  consigli.  Aveva  ottenuto  dagli  archivi
                dell’Inquisizione  un  documento  che,  come  Riccardi  confidò  a
                Niccolini,  «è  bastante  per  rovinarlo  affatto».  Si  trattava
                dell’ingiunzione  o  precetto  letto  nella  casa  di  Bellarmino  nel
                1616. Sappiamo che tale precetto proibiva a Galileo «di tenere,
                difendere, insegnare in qualsivoglia modo, in voce o in scritto,
                [il copernicanesimo]», sotto minaccia di ulteriori procedimenti
                da  parte  del  Sant’Uffizio.  Certo  dunque  della  malafede  di
                Galileo,  Urbano  informò  l’ambasciatore  che  non  aveva
                alternative se non di acconsentire che l’Inquisizione procedesse
                contro di lui    211 . Ma ancora le accuse si limitavano a quelle di un
                cattivo  comportamento:  la  scoperta  dell’ingiunzione  potrebbe
                anche aver fatto bene a Galileo, poiché distoglieva l’attenzione
                dalla negligenza di Riccardi e apriva alla possibilità di liberarsi
                del caso senza entrare in questioni pericolose                 212 .
                    La commissione speciale nominata da Urbano comprendeva
                il  maestro  Riccardi,  che  aveva  la  propria  pelle  mostruosa  da
                salvare;  il  teologo  papale  Agostino  Oreggi,  il  Bellarmino  di
                Urbano; e l’amico di Riccardi, il gesuita Melchior Inchofer, che
                ci si aspettava sarebbe stato favorevole a persone perseguitate
                dalla censura      213 . Inchofer si rivelò ostile alle idee copernicane e
                un  sostenitore  di  Scheiner  –  l’obiettivo,  come  entrambi
                credevano,  di  molte  delle  bordate  contenute  nel  Dialogo.  È
                probabile  che  la  commissione  abbia  assegnato  a  Inchofer  il
                compito  di  rivedere  la  denuncia  anonima,  fondata  sul
                Saggiatore, in base alla quale Galileo credeva in un atomismo
     	
