Page 56 - Lorenzo Pietrasanta - L'orto per la famiglia
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o fusto, scarsa resistenza meccanica che costringe all’uso
di paletti tutori eccessivi per piante e specie che normal-
mente si autoreggono. Hanno inoltre l’inconveniente del-
l’impiego di un maggior numero di piantine per unità di
spazio, e quindi di un maggior costo, quando provengano
dal mercato.
Spesso, osservando un orto con la tipica fittezza d’im-
pianto, verifichiamo scarse produttività per quantità e qua-
lità dei prodotti. Se aggiungiamo che un maggior numero
di piante comporta aumento di spese, di fatica, di atten-
zioni e di rischi soprattutto di attacchi fungini, possiamo
comprendere agevolmente che non c’è alcuna conve-
nienza alla eccessiva fittezza delle piante ortive.
Viene da domandarsi: perché questi errori sono più fre-
quenti di quanto si pensi? Le principali ragioni sono in ge-
nerale: la scarsa competenza, la modesta superficie
dell’orto rispetto al fabbisogno familiare, ed infine la dispo-
nibilità a costo contenuto (vicino allo zero) delle piantine
del proprio semenzaio. Spesso si ritiene, ma erronea-
mente, che la quantità di produzione si ottenga im-
mettendo un maggior numero di piante nell’unità di
superficie, mentre i fatti dimostrano il contrario.
Col tempo ogni orticoltore si rende conto di tutto ciò e
pertanto, in fase organizzativa dell’orto, se la superficie è
poca, limita, casomai, il numero di specie ortive, oppure
adotta criteri rigidi e parsimoniosi, limitando il numero di
piante per ogni specie.
Il criterio base che deve sempre guidare l’orticoltore
è quello di pensare che se lo spazio è limitato, questo
deve essere razionalmente ripartito tra le specie or-
tive in stretto rapporto al fabbisogno familiare. Ecce-
dendo su una specie, ci si priva di un’altra.
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