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Unità 28
Le mentalità medievali
una lotta per il controllo del Creato, gli uomini non potevano restare neutrali: ciascuno
doveva fare la sua scelta, ed era una scelta senza compromessi. La spiritualità dell’epoca, † «Guarigione
degli indemoniati», 1235
infatti, non contemplava troppe sfumature: o con Dio o con Satana. Il diavolo era una [Chiesa di S. Francesco, Pescia]
presenza stabile tra gli uomini, un compagno sgradito e invadente, capace di mille astu- Gli indemoniati, come quelli guariti
zie e travestimenti. L’iconografia medievale lo rappresenta come l’incrocio ripugnante tra da san Francesco in questa
immagine, molto spesso erano
un uomo e un animale (un caprone, un gatto, un cane, una cavalletta, ecc.) e possiamo povera gente, appartenente alla
immaginare quale terrore suscitassero quelle immagini nel cuore della gente. Accadeva schiera dei marginali e degli esclusi,
molto numerosi nelle società
talvolta che il diavolo fosse rappresentato anche in forme comiche, come un personaggio medievali.
dal comportamento burlone e divertente.
Miracoli e culto dei santi In un’epoca in cui le
angosce, le insicurezze quotidiane e il terrore
dell’inferno (dove si riteneva che finisse la mag-
gior parte dell’umanità) incidevano profonda-
mente sull’inconscio collettivo, i confini tra il so-
gno e la realtà erano molto sfumati. Visioni e ap-
parizioni erano fenomeni comuni, con cui gli uo-
mini convivevano quotidianamente. Le categorie
di reale e irreale variano nel tempo, e quello che
per noi è assolutamente incredibile per gli uomi-
ni del Medioevo poteva essere assolutamente
credibile. Un posto di rilievo nella coscienza del-
le popolazioni medievali avevano i miracoli: gli
uomini dell’epoca erano convinti, proprio come
i loro predecessori, che i miracoli accadessero
spesso e fossero uno dei modi normali attraverso
i quali si manifestava il soprannaturale.
Per combattere il diavolo e le forze del male non
sempre bastava la preghiera o una condotta irre-
prensibile. Si faceva ricorso, per esempio, ad al-
cuni uomini di Chiesa specializzati nella lotta al
demonio, gli esorcisti, che con tecniche raffinate
allontanavano Satana dal corpo in cui si era an-
nidato. Più frequentemente ci si appellava al po-
tere superiore dei santi, preziosi intermediari tra
Dio e l’umanità aggredita, e in particolare al potere delle loro reliquie, sparse nei santua-
ri di tutta Europa [®Tra fede e commercio: le reliquie e il culto dei santi, p. 700].
Durante l’età medievale si verificò una crescente specializzazione dei santi: a ognuno di
loro veniva attribuita una particolare funzione (proteggere un determinato mestiere, gua-
rire una determinata malattia, scansare una determinata calamità, ecc.); c’erano inoltre
santi protettori di una città, di un quartiere, di un villaggio. Ma anche un singolo indivi-
duo poteva scegliere il santo che più gli piaceva, intessendo così un rapporto di tipo pri-
vilegiato; normalmente il santo prescelto era quello che portava lo stesso nome che il fe- LINK p.709
dele aveva ricevuto col battesimo. I santi, le cui imprese erano raccontate in una miriade L’immaginario
dell’uomo medievale
di «Vite», biografie edificanti a uso dei fedeli, erano gli eroi più popolari della società me-
dievale. Le autorità ecclesiastiche non tardarono ad accorgersi che la diffusione del cul- GUIDAALLOSTUDIO
to dei santi e delle loro reliquie finiva per oscurare il culto divino vero e proprio, rein- 1. Come era rappresentato il
diavolo?
troducendo per giunta forme di idolatria pagana, e cercarono di porre un freno al feno- 2. Il culto dei santi era ben visto dalle
meno. Ma inutilmente: il popolo aveva fame di miracoli e quindi anche di santi. autorità ecclesiastiche?
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