Page 714 - Profili di Storia
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                                                                                      Le mentalità medievali


                        una lotta per il controllo del Creato, gli uomini non potevano restare neutrali: ciascuno
                        doveva fare la sua scelta, ed era una scelta senza compromessi. La spiritualità dell’epoca,  † «Guarigione
                                                                                                           degli indemoniati», 1235
                        infatti, non contemplava troppe sfumature: o con Dio o con Satana. Il diavolo era una  [Chiesa di S. Francesco, Pescia]
                        presenza stabile tra gli uomini, un compagno sgradito e invadente, capace di mille astu-  Gli indemoniati, come quelli guariti
                        zie e travestimenti. L’iconografia medievale lo rappresenta come l’incrocio ripugnante tra  da san Francesco in questa
                                                                                                           immagine, molto spesso erano
                        un uomo e un animale (un caprone, un gatto, un cane, una cavalletta, ecc.) e possiamo  povera gente, appartenente alla
                        immaginare quale terrore suscitassero quelle immagini nel cuore della gente. Accadeva  schiera dei marginali e degli esclusi,
                                                                                                           molto numerosi nelle società
                        talvolta che il diavolo fosse rappresentato anche in forme comiche, come un personaggio  medievali.
                        dal comportamento burlone e divertente.
                         Miracoli e culto dei santi In un’epoca in cui le
                        angosce,  le  insicurezze  quotidiane  e  il  terrore
                        dell’inferno (dove si riteneva che finisse la mag-
                        gior parte dell’umanità) incidevano profonda-
                        mente sull’inconscio collettivo, i confini tra il so-
                        gno e la realtà erano molto sfumati. Visioni e ap-
                        parizioni erano fenomeni comuni, con cui gli uo-
                        mini convivevano quotidianamente. Le categorie
                        di reale e irreale variano nel tempo, e quello che
                        per noi è assolutamente incredibile per gli uomi-
                        ni del Medioevo poteva essere  assolutamente
                        credibile. Un posto di rilievo nella coscienza del-
                        le popolazioni medievali avevano i miracoli: gli
                        uomini dell’epoca erano convinti, proprio come
                        i loro predecessori, che i miracoli accadessero
                        spesso e fossero uno dei modi normali attraverso
                        i quali si manifestava il soprannaturale.
                        Per combattere il diavolo e le forze del male non
                        sempre bastava la preghiera o una condotta irre-
                        prensibile. Si faceva ricorso, per esempio, ad al-
                        cuni uomini di Chiesa specializzati nella lotta al
                        demonio, gli esorcisti, che con tecniche raffinate
                        allontanavano Satana dal corpo in cui si era an-
                        nidato. Più frequentemente ci si appellava al po-
                        tere superiore dei santi, preziosi intermediari tra
                        Dio e l’umanità aggredita, e in particolare al potere delle loro reliquie, sparse nei santua-
                        ri di tutta Europa [®Tra fede e commercio: le reliquie e il culto dei santi, p. 700].
                        Durante l’età medievale si verificò una crescente specializzazione dei santi: a ognuno di
                        loro veniva attribuita una particolare funzione (proteggere un determinato mestiere, gua-
                        rire una determinata malattia, scansare una determinata calamità, ecc.); c’erano inoltre
                        santi protettori di una città, di un quartiere, di un villaggio. Ma anche un singolo indivi-
                        duo poteva scegliere il santo che più gli piaceva, intessendo così un rapporto di tipo pri-
                        vilegiato; normalmente il santo prescelto era quello che portava lo stesso nome che il fe-  LINK        p.709
                        dele aveva ricevuto col battesimo. I santi, le cui imprese erano raccontate in una miriade  L’immaginario
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                        di «Vite», biografie edificanti a uso dei fedeli, erano gli eroi più popolari della società me-
                        dievale. Le autorità ecclesiastiche non tardarono ad accorgersi che la diffusione del cul-  GUIDAALLOSTUDIO
                        to dei santi e delle loro reliquie finiva per oscurare il culto divino vero e proprio, rein-  1. Come era rappresentato il
                                                                                                            diavolo?
                        troducendo per giunta forme di idolatria pagana, e cercarono di porre un freno al feno-  2. Il culto dei santi era ben visto dalle
                        meno. Ma inutilmente: il popolo aveva fame di miracoli e quindi anche di santi.     autorità ecclesiastiche?

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