Page 317 - Storia dell'inquisizione spagnola
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seguito  atteggiamenti  permissivi,  di  cui  ci  proponiamo  di

               approfondire  altrove  l’analisi  per  valutare  il  loro  peso  e  le
               loro  esatte  implicazioni,  ma  che,  in  genere,  limitano
               notevolmente  la  scelta  del  partner  imponendo  alcune
               condizioni:  «È  meglio  per  una  donna  fare  l’amore  con  un
               celibe che con un uomo sposato». Bisogna infine ricordare le
               resistenze alla nuova severità della Chiesa sulla natura delle
               unioni stabili. Ma raramente, per non dire mai, si difende il

               principio dell’amore veramente libero. È contro uno — o più
               — sistemi normativi complessi, diversi da quelli della Chiesa
               post-tridentina,  che  lotta  l’Inquisizione.  Certamente  non
               contro l’assenza di norme.
                  Le pene comminate sono, almeno a Toledo, quasi sempre
               pubbliche.  In  nove  casi  su  dieci  l’accusato  compare

               all’autodafé o fa penitenza nel suo villaggio durante la messa
               solenne. Spesso la pubblicità è accresciuta da una condanna
               alla  fustigazione.  Le  sentenze  eseguite  nell’aula  delle
               udienze o in privato sono riservate ai colpevoli più giovani o
               alle  forme  più  attenuate  della  semplice  fornicazione.  Dal
               1650 viene sistematicamente inflitta l’abiura de levi (90% dei
               casi):  la  semplice  fornicazione  è  equiparata  all’eresia.  Il

               carattere pubblico della pena ha un ruolo determinante nella
               tattica inquisitoriale. Vedremo perché.
                  Francisco Montero racconta:
                  «Alla  vigilia  della  Madonna  di  settembre  [del  1565]  mi
               trovavo  sulla  piazza  di  Chozas  con  Sebastian  Lopez,  Juan
               Luengo, e Cristobal Alonso [...]. Si venne a parlare del Santo

               Uffizio  che  aveva  frustato  un  uomo  a  Toledo  perché  aveva
               detto  che  non  era  peccato  dormire  con  le  prostitute  e
               conoscerle  carnalmente.  Cristobal  Alonso  diceva  di  averlo
               visto,  e  sosteneva  che  non  era  un  peccato.  Noi  lo  abbiamo
               rimproverato, [...] e lui insisteva “Peccato, peccato, sarà un
               peccato, ma non mortale”. Più noi lo rimproveravamo, più lui
               insisteva, dicendo che lo chiedessimo pure a chiunque, che

               avremmo visto bene...».
                  O ancora:
                  «Intorno alla festa di San Barnaba [1566], stavo mietendo
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