Page 390 - La mirabile visione
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poesia e di ogni altra arte . Ella è soletta ora, lassù, come solo
laggiù, alle falde del monte santo, è un veglio, degno di quella
riverenza in cui la plurima turba sembra tenere quel Museo
dell'Eneide. È solo anch'esso, a mezza via tra la selva del limbo o
del peccato originale, e la foresta del paradiso terrestre o
dell'originale innocenza. Dove sono i pii che lo circondano? È
solo. Eppure ha in balìa spiriti: dunque è vero l'uffizio che gli
assegna l'Eneide. Ma come esercita i suoi iura o la sua balìa? Non
si vede. Non l'esercita. È solo, ripeto, sebbene i sette regni siano
suoi. Ma ecco, Virgilio, che fa lume altrui e a sè no, c'illumina
d'un tratto: (Pur. 1, 75)
la veste ch'al gran dì sarà sì chiara.
Per quanto la veste sia la carne, di che nel gran dì sarà rivestita
l'anima, (Pur. 14, 43) pure, in virtù dello stile pregnante del nostro
Poeta, ella ricorda la lunga veste del sacerdote Tracio, che non è
Museo, ma figlio di una Musa, di Calliopea, e sembra aver la
stessa autorità di Museo, se non forse (per Dante, come per
antichi comentatori), essere una persona con esso. Tracio in vero
era anche Museo. La ricorda. Dante leggeva in Servio questo
dubbio: "o parla dell'abito di citaredo, o della lunga barba".
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"Lunga la barba" è del suo Catone . Ma sia comunque; in che
modo sarà chiara la veste di Catone nel gran dì? Quale
accrescimento di gloria o di gioia avrà ella? Nel gran dì, i suoi
sette regni, ove noi vediamo
inclusas animas superumque ad lumen ituras,
387 Al verso VI 660 Servio annota che è detto figuratamente. "Si deve
avvertire che cosa dice Orazio nell'Arte Poetica: dire cose insieme
piacevoli e utili alla vita. Chè i nostri maggiori vollero non ci fosse arte che
non riuscisse di qualche pro' alla repubblica". Tutto arte, dunque: dei
guerrieri, dei sacerdoti, dei poeti.
388 Che è però anche in Lucano.
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