Page 660 - Jane Eyre
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— No, Jane, non partite! — esclamò. — Non partite!
Vi ho toccata, ascoltata, ho sentito tutta la felicità di
avervi accanto, tutta la dolcezza di esser consolato da
voi; non posso rinunziare a questa gioia,
"Il mondo potrà ridere, potrà chiamarmi pazzo ed
egoista, non importa. La mia anima ha bisogno di voi;
ella vuole essere appagata, se no si vendicherà crudel-
mente sul corpo che la tiene schiava.
— Ebbene, signore, rimarrò con voi come ho detto.
— Sì, ma dicendo che resterete con me, voi capite
una cosa e io un'altra. Voi potreste forse risolvervi a es-
sermi sempre accanto, a servirmi come un'attenta infer-
miera, perché avete il cuore affettuoso, siete generosa e
pronta a sacrificarvi per quelli che compatite. Questo
dovrebbe bastarmi certo. Dovrei aver per voi soltanto
sentimenti paterni; non è questo il vostro pensiero, dite?
— Penserò ciò che vorrete voi, signore, e mi conten-
terò di essere la vostra infermiera soltanto se voi lo vo-
lete.
— Ma voi, Jane, non potrete esser sempre la mia in-
fermiera; siete giovane e vi mariterete un giorno.
— Non desidero maritarmi.
— Dovete desiderarlo, Jane. Se io fossi come prima,
cercherei di farvelo desiderare; ma un povero cieco...!
Dopo aver dette queste parole, ricadde nella tristezza;
io invece mi feci più allegra e ripresi coraggio; quelle
ultime parole mi mostravano in che consisteva l'ostaco-
lo, e siccome non era tale ai miei occhi, mi sentii solle-
vata e ripresi con più vivacità la conversazione.
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