Page 36 - Jane Eyre
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Come avrei desiderato di rispondere sinceramente a
quella domanda! ma come era difficile il farlo!
I bimbi sentono, ma non analizzano i loro sentimenti,
e se col pensiero riescono a far parzialmente quell'anali-
si, non sanno tradurla in parole.
Però, siccome temevo di perdere la prima e farne l'u-
nica occasione di mitigare il mio dolore sfogandolo con
altri, feci, dopo un istante di turbamento, questa breve,
ma sincera risposta:
— Prima di tutto non ho né padre né madre, né fratel-
li né sorelle.
— Avete però una buona zia e dei buoni cugini....
Feci una pausa e poi risposi francamente:
— John Reed mi buttò in terra e la zia mi rinchiuse
nella sala rossa.
II signor Lloyd per la seconda volta ricorse alla sua
tabacchiera.
— La villa di Gateshead non vi par bella? non siete
riconoscente di vivere in una casa così bella?
— Non è la mia casa, signore, e Abbot dice che ho
meno diritto che una serva di abitarvi.
— Non siete, spero, tanto stupida da desiderare di an-
darvene.
— Se potessi andare altrove, sarei ben contenta di la-
sciarla, ma non posso farlo finché sono piccina.
— Forse potreste.... chi sa? Avete altri parenti oltre la
signora Reed?
— Non credo, signore.
— Nessuno dal lato paterno?
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