Page 311 - Jane Eyre
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Poco dopo tornavo, recando quanto mi aveva chiesto.
              — E ora andate dalla parte opposta del letto intanto
           che lo vesto; ma non uscite; potremmo aver ancora biso-
           gno di voi.
              Ubbidii.
              — Avete sentito rumore scendendo, Jane?
              — No, signore, tutto era tranquillo.
              — Bisogna partire, Dick, tanto per la vostra sicurez-
           za, quanto per quella povera creatura che è rinchiusa là

           dentro. Ho lottato lungamente perché non si sapesse
           nulla e non vorrei veder distrutti i miei sforzi. Carter,
           aiutatelo a infilarsi la sottoveste. Dove avete lasciato la
           pelliccia? So che non potreste uscire senza averla. È nel-
           la vostra camera? Jane, scendete nella camera del signor
           Mason, che è accanto alla mia, e portate il mantello che
           vi troverete.
              Vi andai e tornai subito, portando un immenso man-
           tello di pelliccia.
              — Ora ho un'altra commissione da darvi, — mi disse
           il mio infaticabile padrone. — Che fortuna, Jane, che
           abbiate le scarpe di velluto! Un messaggero meno leg-
           giero non mi servirebbe a nulla. Tornate in camera mia,
           nel cassetto di mezzo della toilette troverete una boccet-
           tina e un bicchiere: portatemeli.
              Uscii e riportai quei due oggetti.
              — Va bene. Ora, dottore, darei al malato una pozione
           di cui assumo tutta la responsabilità. È un rimedio che
           ho avuto a Roma da un ciarlatano, che voi avreste basto-




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